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Delivery Truffa, quando paghi la cena a uno sconosciuto (senza saperlo): le testimonianze delle vittime e gli importi choc sottratti

Una cena a spese tue, consegnata a casa del truffatore. Sono tante le testimonianze che siamo riusciti a raccogliere direttamente e al tempo stesso trovare sul web. Gente che, ancora oggi, sta attendendo rimborsi non pervenuti

di Luca Guarneri

Hai finito da poco di cenare dopo una lunga giornata di lavoro. Sei sul divano e, come per magia, ti si illumina lo schermo del telefono. “Ti abbiamo addebitato 130 euro per l’ordine di food delivery che hai appena ordinato”. Tu, all’oscuro di tutto, decidi di accedere all’app e controllare cosa è appena accaduto. Ecco l’amara sorpresa: un hacker è riuscito ad impossessarsi del tuo account e dei tuoi dati sull’app. Una cena a spese tue, consegnata a casa del truffatore. Sono tante le testimonianze che siamo riusciti a raccogliere direttamente e al tempo stesso trovare sul web. Gente che, ancora oggi, sta attendendo rimborsi non pervenuti. È novembre quando Isabella e il fidanzato ricevono contemporaneamente due messaggi da parte del loro istituto bancario. Risultano esserci due addebiti con importi davvero alti nei confronti di una nota app di food delivery: 130 e 111.29 euro. Sono stati loro ad ordinare? Ovviamente no. E allora chi può essere stato? Qualcuno che si è impossessato del loro account. Non solo: il ladro di identità ha prontamente cambiato mail e numero di telefono per non dare nell’occhio e non far ricevere comunicazioni ai diretti interessati e…sì: ha ordinato un pasto coni fiocchi per un importo complessivo di 241.29€. E qui arriva il bello: l’ordine risulta effettuato in Emilia Romagna ma Isabella e il fidanzato vivono in Lombardia.

Inutile dirvi che entrambi hanno quindi deciso di contattare tempestivamente il servizio clienti dell’app di food delivery, il quale ha creato non pochi problemi sulla risoluzione del caso ponendo domande specifiche circa i numeri di transazione. Dati di cui ovviamente loro non sono in possesso tanto che le due transazioni non risultano neanche nell’app di home banking. “Io non riesco neanche a capire se questi soldi dalla Postepay mi sono stati tolti oppure no. Ho dovuto bloccare entrambe le carte…quanti soldi mi sono stati pre autorizzati? A cadenza fissa ora vedo questo importo addebitato sulla carta e poi rimborsato. Cosa sta accadendo?”, ci racconta Isabella. Lei però non è la sola vittima di questo circolo vizioso. Un’altra esperienza arriva da Marco, nome di fantasia, residente in Lombardia. Nella giornata di ieri ha ricevuto un addebito di 10.99 sulla sua carta ricaricabile per un panino con il pollo ordinato in provincia di Napoli. Anche qui stesse modalità: password cambiata, numero di telefono con una cifra mancante ma, attenzione, mail corretta. Ecco quindi che tutte le mail da parte dell’assistenza sono riuscite ad arrivare al diretto interessato. Morale della favola: l’hacker ha ricevuto il panino alle 22:02 e Marco è ancora in attesa di una risposta da parte della start up di food delivery. O meglio, una risposta l’ha anche ricevuta: “Sicuro di non aver lasciato la tua password a qualche parente o amico che ha ordinato al posto tuo?”. Evidentemente no.

Il viaggio in giro per l’Italia continua: “Neanche un’ora fa ho ricevuto una notifica dal food delivery + PayPal di un acquisto fatto a Milano, ovvero centinaia di chilometri da casa mia, per un totale di 40 e passa euro da McDonald’s. Ho subito disabilitato la carta della banca dopo aver visto la notifica di addebito, e ho cambiato entrambe le password” – racconta un’altra testimonianza. “Mezz’ora dopo è apparso tra gli indirizzi salvati un altro indirizzo, stavolta a Francavilla al Mare (Chieti, altre centinaia di chilometri da casa mia), quindi chiaramente le informazioni del mio account sono da qualche parte online e più persone ne stavano attingendo”. Anche in questo caso è arrivata la ricevuta via mail e un messaggio da parte dell’istituto bancario: “Si tratta di un’autorizzazione provvisoria per verificare la presenza di denaro sufficiente per completare il pagamento. L’importo sarà addebitato sul tuo metodo di pagamento quando ****** avrà completato l’ordine.” E un messaggio da parte dell’assistenza, ovviamente: “Grazie per averci contattato, a presto! (era un chat bot)”. Il 20 ottobre 2022 M.I. ha notato due transazioni di 90,50€ e 66,50€ per due ordini ovviamente mai richiesti. Il rimborso e la risposta da parte dell’assistenza sono arrivati il mese successivo, il 28 novembre. E ancora, A.M. ha la stessa situazione con due importi medio alti: 50,50€ e 56,50€.

Già nel periodo del lockdown a quanto pare questa truffa stava prendendo piede: T.F ha visto portarsi via in pochi minuti 107.68€ per un ordine legato a un fast food. La risposta del servizio clienti? “Abbiamo effettuato le dovute verifiche e ci risulta che questo addebito non sia associato al tuo indirizzo email e al numero di telefono del tuo account.”. L’appello di T.F. è preciso: “Chiedo di avere ulteriori informazioni sull’ ordine (natura e destinazione di consegna) in quanto accreditato su una carta di cui sono il titolare”. Non segue risposta da parte del servizio clienti. Infine l’ultima storia vi lascerà davvero senza parole (come se le precedenti non lo avessero già fatto, poi). Tre tentativi di ordine in modalità sterlina inglese, per un importo totale di 216£, convertito in €268,95 dalla piattaforma di pagamento. I rimanenti 2 tentativi sono falliti. In fase di rimborso questa ultima testimonianza ha ricevuto 257 euro contro i 268,95€ e un rimprovero da parte dell’assistenza: “Se usi la stessa password per altri siti o caratteri facili da decifrare, metti i dati a serio rischio”. Una truffa che anche nel nostro Paese a quanto pare sta dilagando sempre più, senza la tutela di un’assistenza clienti sempre più assente e sostituita da intelligenza artificiale. Con hacker che, a quanto pare visti gli importi, hanno fame in tutti i sensi. Se anche a voi è successo qualcosa di simile, raccontateci la vostra esperienza scrivendo a redazioneweb@ilfattoquotidiano.it

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