I post di auguri di Natale sono un must per i leader politici: like facili e commenti positivi in assenza di grandi notizie, ma anche l’occasione per ribadire la propria identità politica e personale.
Quest’anno la comunicazione dei leader politici nei post di auguri di Giorgia Meloni e i leader di maggioranza a Giuseppe Conte e i leader dei partiti di opposizione si è dimostrata più raffinata del solito. Ognuno è riuscito a inserire, in modo verbale (attraverso le parole del post o del video) o non verbale (attraverso le foto) un po’ della propria ideologia politica e culturale.
Questo è corretto, perché il politico non è un influencer che deve mettere in mostra la propria vita privata al solo scopo di raccontarla. Nei suoi post personali, come appunto quelli di auguri o con la famiglia o sul cibo, dovrebbe sempre dare un messaggio politico o, almeno, richiamare a elementi culturali della propria ideologia. Vediamo i post di auguri dei politici sui social e i messaggi, diretti e indiretti, che hanno inserito.
Partiamo dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Due post sobri, con un albero e degli addobbi semplici che potremmo trovare in tutte le case della classe media. Nel post della vigilia, Meloni si mostra da sola, con una riga di testo. In quello di Natale pubblica una foto con la famiglia. Sobrietà e famiglia, senza eccessivi richiami alla religione nel testo. Contenuti equilibrati e adatti a un presidente del Consiglio.
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Il leader della Lega e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha voluto far passare due messaggi con i suoi contenuti di auguri: il primo è quello religioso, attraverso il testo, ripetuto in ogni post e grafica, dove sottolinea la santità del Natale: “Buon Santo Natale”. Il secondo, meno cattolico, è sull’incessante produttività sua e del governo. Nel video del 24 sera elenca velocemente una serie di azioni compiute “giorno e notte” dal governo e, per quanto riguarda il suo ministero, lo “sblocco” di diversi cantieri.
Poi raccomanda a tutti di concedersi qualche giorno di serenità in famiglia. In questo modo assume il ruolo del capo che autorizza, concede, qualche giorno di riposo a tutti. Il giorno dopo, a Natale, la pacchia (per citarlo) è già finita. Avvisa tutti pubblicando una foto con la figlia: “Ancora qualche ora in famiglia e si riparte, tanti progetti da portare avanti”.
In Forza Italia abbiamo due opposti. Da una parte Antonio Tajani con una grafica (dunque non una foto che lo ritrae) del presepe (simbolo cattolico e della famiglia tradizionale) e un post molto religioso che richiama alla “nascita di Cristo Salvatore”. Dall’altra abbiamo Silvio Berlusconi, sorridente al fianco della giovane compagna Marta Fascina, davanti a un fastoso albero di Natale di cui non riusciamo a vedere la fine. Berlusconi tiene in mano una figura. Quella di Gesù? Quella di un santo? No, la sua. E la compagna fa altrettanto, con la propria statuetta. Nessun messaggio o simbolo religioso in questo e negli altri contenuti di Natale pubblicati dal leader di Forza Italia che ha comunicato, oltre al proprio status, anche una certa modernità.
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Passiamo ai leader dei partiti d’opposizione, dove abbiamo molti spunti interessanti.
Il primo è quello di Enrico Letta: nessun post di auguri di buone Feste. Il primo assioma della comunicazione dice che “non si può non comunicare”. Cosa comunica quindi Letta non pubblicando gli auguri? Comunica, a mio avviso, un messaggio coerente con il suo ideale di libertà religiosa, ribadito a più riprese negli ultimi anni, e con lo spirito drammatico che ne caratterizza le uscite da quando governa la destra. Il giorno della vigilia sui social ha portato avanti la sua critica alla legge di bilancio.
Elegante la scelta di Giuseppe Conte, che pubblica una foto di sé sorridente all’aperto: niente alberi lussuosi o simboli religiosi, niente famiglia tradizionale in primo piano, nel segno del rispetto delle credenze altrui e dell’inclusione. Inclusione che vediamo anche nella forma del testo: prima di augurare buon Natale augura “una splendida giornata a tutti”. In mano il cellulare, a dimostrare che anche nel tempo libero resta concentrato sulla Manovra e sulle vicende politiche.
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Matteo Renzi punta su un messaggio personale. Il messaggio è il protagonista: è fotografato al posto del suo autore. Ed è più personale del testo di un post perché è scritto a mano e firmato. Anche qui abbiamo sobrietà, dunque, e un tono drammatico (il messaggio è rivolto in particolare a chi ha perso una persona cara). Il riferimento al Natale è molto diretto, a partire dall’oggetto in rosso in cima alla lettera “Natale 22”, coerentemente con il credo cattolico di Renzi.
Chiudiamo con Carlo Calenda. Anche dai suoi post di auguri emergono i suoi ideali e la sua personalità. Nel primo fa una dedica, drammatica, agli “studenti ucraini al fronte a difendere la libertà della loro patria dall’invasore”. Nel secondo, dal tono più scherzoso (è tipico di Calenda alternare toni seri all’autoironia), pubblica una foto disordinata e improvvisata della famiglia, con alcuni soggetti che non guardano in camera e quasi nessuno in posa. La didascalia “Finalmente tutta la prole insieme! Da 32 a 9! Natale per me è soprattutto questo”, ci dice che per lui la famiglia è importante e, allo stesso tempo, precisa che non si tratta di una famiglia tradizionale, nel senso più conservatore del termine. Inoltre, pur celebrando il Natale, ci dice che non è la spiritualità dell’evento ad avere più significato per lui, ma la possibilità di riunire i figli.
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