Il ministro della Difesa parla al Messaggero dell'ipotesi di forniture militari a Kiev e precisa: "Se diamo sistemi di difesa aerea, dobbiamo prenderli dalle nostre scorte e lo dobbiamo fare senza sguarnirci e con la certezza della qualità". Quanto al ricorso al nucleare da parte di Mosca dice: "Il pericolo, potenzialmente, esiste, per quanto molto improbabile"
“L’uso del nucleare tattico è previsto dalla Russia. Per noi è inconcepibile ma per Mosca sì, se si supera un punto di non ritorno, se rischiassero la sconfitta, lo è. Insomma, il pericolo, potenzialmente, esiste, per quanto molto improbabile”. Torna sulla eventualità dell’uso nucleare da parte di Mosca il ministro della Difesa Guido Crosetto che, in un’intervista al Messaggero, ribadisce la posizione dell’Italia sugli aiuti militari a Kiev nel supporto contro gli attacchi aerei all’indomani della telefonata tra Meloni e Zelensky. La presidente del Consiglio ha infatti comunicato al leader ucraino che il governo “sta valutando la questione della fornitura di sistemi di difesa aerea a protezione dei cieli ucraini” e Zelensky ha “lodato lo stanziamento del governo italiano di ulteriori 10 milioni di euro in aiuti”.
Crosetto, pur precisando che la costruzione del sesto decreto per l’invio delle armi all’Ucraina non è ancora iniziata, conferma che “di certo l’Ucraina sta chiedendo da mesi un supporto contro gli attacchi aerei su obiettivi civili: case ospedali, scuole, centrali elettriche. Se sarà possibile certamente li aiuteremo a difendersi: la Russia ha superato un confine che non doveva superare”. Per il ministro della Difesa “la fornitura deve essere compatibile con la possibilità di avere queste armi e di darle a Kiev efficienti e funzionanti. I razzi non li trovi al supermercato come un barattolo di Nutella, sono sistemi complessi per i quali sono necessari tempi lunghi di produzione. Non puoi dire: okay, domani vado e compro cento missili. Non ci sono. Dunque se diamo sistemi di difesa aerea all’Ucraina, dobbiamo prenderli dalle nostre scorte e lo dobbiamo fare senza sguarnirci e con la certezza della qualità”.
Riguardo alla spesa dell’Italia in armamenti Crosetto ha ricordato che “l’impegno di raggiungere il 2% risale al 2014 ed è stato confermato da tutti i governi che si sono succeduti, compresi il Conte uno e il Conte due. L’unico punto da chiarire è in quanto tempo raggiungeremo questo 2%. Mi auguro di rispettare l’impegno, in base alle compatibilità finanziarie. In ogni caso non si tratta solo di investimenti militari, ma di spese per la difesa che comprendono anche il personale, le infrastrutture, la manutenzione”.
Cosa sono le armi nucleare tattiche? – Francesco Vignarca, coordinatore delle campagne nella Rete Italiana Pace e Disarmo, sul fatto.it aveva spiegato che “si usa il termine ‘tattico’ quando la bomba viene utilizzata in un teatro specifico, con delle finalità precise”. Diversamente “quella ‘strategica‘ è l’arma usata come deterrenza. Prescinde dal singolo conflitto. È l’arma con la quale si può colpire in qualunque momento, senza che il nemico sappia come o da dove arrivi”. Ed è in questo modo che nasce il cosiddetto ricatto nucleare. Allo stato attuale la Russia possiede circa duemila armi nucleari tattiche, con centinaia di tipologie di vettore diverse. Possono essere lanciate con gli stessi missili a corto raggio che la Russia sta attualmente utilizzando per bombardare l’Ucraina. Qualsiasi utilizzo avrebbe conseguenze catastrofiche e di vasta portata, soprattutto in regioni densamente popolate come l’Europa. Una singola detonazione potrebbe uccidere centinaia di migliaia di civili, vaporizzandoli all’istante.