Società

Una notte con Red Sox, il tassista di Bologna che con i suoi video ironizza sui colleghi “no Pos”: “Mi insultano, ma per me è una questione di civiltà”

“Con i miei video sui social prendo in giro quei tassisti disonesti che non accettano le carte di credito“. Si presenta così Red Sox, all’anagrafe Roberto Mantovani. Da sempre appassionato di baseball e tifosissimo dei Red Sox Boston, è il tassista più noto di Bologna, seguitissimo su Twitter e su Facebook dove quotidianamente pubblica racconti delle sue notti passate a bordo di Bo5 e anche video nei quali prende in giro “i tassisti del movimento no-pos”. “Sono stato ingiuriato e calunniato dai colleghi in alcuni gruppi chiusi sui social, dicono che voglio fare il fenomeno”. “Quella sui pagamenti elettronici non è una battaglia, è una questione di civiltà: noi tassisti a fine anno paghiamo una piccola quota alla cooperativa per le spese di commissione sui pos, sia i tassisti che accettano le carte e sia quelli che non le accettano. Il problema è che quei pochi disonesti che non accettano le carte di credito, fanno fare una figura terribile all’intera categoria”. Non è la prima volta che il tassista bolognese balza agli onori delle cronache: fu premiato dal Comune di Bologna con una medaglia al valore civile perché durante il Covid offrì assistenza gratuita per consegne e servizi ai cittadini più svantaggiati. Roberto Mantovani inoltre ha rivestito la carrozzeria del suo taxi con una livrea che pubblicizza l’attività e i contatti della Casa delle donne per non subire violenza: “I miei colleghi dicono che voglio mettermi in mostra, io invece da tempo chiedo un confronto e delle riunioni con altri tassisti per parlare di queste tematiche, ma non trovo alcun riscontro