di Maria Cristina Garofalo
Perfettamente in linea con il “pensiero selettivo” di matrice fascista, il governo italiano insieme agli animali selvatici abbatte l’ultimo tabù della protezione ambientale e senza alcuna decenza, con l’arroganza tipica della destra, approva in Commissione Bilancio della Camera la deregulation della caccia, con una ola da stadio che si alza dal mondo dei killer e dei commercianti di armi.
D’altronde i cliché vanno rispettati anche a scapito della “rinfrescata” compassionevole e ruffiana alla facciata, che come tutti i trucchi di scarsa qualità cola di lì a poco.
Viene violato un principio, un patto con la Natura che oggi più che mai dovrebbe essere un caposaldo e una sponda certa per la difesa degli ultimi brani di habitat naturali in cui la biodiversità garantisce la vita e la sopravvivenza stessa del Pianeta. Un atto scellerato, degno di chi lo ha proposto, che azzera il già violentato referendum sull’abolizione della caccia che subì la stessa sorte di quello dell’acqua! Quando si dice “vittorie di Pirro”… in Italia la democrazia è un’opinione dei governi sempre più e apertamente tenuti sotto controllo dai vari potentati economici e multinazionali.
Inconcepibile che in un’epoca di stravolgimenti climatici in larghissima misura prodotti e accelerati dalla pressione antropica, si compia un ulteriore, consapevole e autoritario atto contro l’ambiente, contro la vita che per questi “signori” ha ragion d’essere solo se catalogata come “umana”.
D’altronde quando la Natura viene etichettata e rappresentata sempre come “cattiva” e “maligna” in occasione di cataclismi, disastri, smottamenti esclusivamente imputabili a responsabilità amministrative e politiche di gestione dei territori, questa è la coerente conseguenza: distruggere irreparabilmente, sterminare (termine storicamente caro e prossimo alle destre) chiunque e in qualunque forma sia “diverso”.
Sì, c’è ideologia, molta ideologia dietro queste scelte irragionevoli e questa rappresentazione distorta del mondo naturale ancora e strumentalmente contrapposto a quello antropico; ancora interpretato come terra di conquista e sfruttamento. Non diverso dall’ecocidio della foresta amazzonica e degli ultimi nativi in Amazzonia da parte di Bolsonaro. E dire che avevamo sperato con Lula in un nuovo inizio, un cambio di rotta in tutto il mondo!
Lo stesso governo che sostiene e foraggia con le armi guerre a noi prossime, solo con un fucile in mano ritiene di fare “giustizia” e di “rimettere le cose a posto”, “proteggere la salute”, perché nell’ignoranza culturale, storica, ambientale, costituzionale che contraddistingue i suoi rappresentanti non può sapere che la Natura si regola egregiamente da sé, sempre che non intervenga l’uomo ad alterarne l’equilibrio come – per restare in tema – inserendo specie non autoctone nei territori (vedi cinghiali) e facilitandone la riproduzione a dismisura in allevamenti abusivi tollerati dalle istituzioni locali, solo per far giocare e divertire i cacciatori che così bene rappresentano il maschio forte e volitivo.