I test allo scalo romano per i viaggiatori, subito dopo lo sbarco, si svolgono in un’area dedicata e non accessibile a persone non autorizzate. Il ministro della Salute Schillaci al Senato per riferire sull'aumento dei contagi nel gigante asiatico.
Sono atterrati a Fiumicino i primi passeggeri provenienti dalla Cina che sono stati sottoposti a tampone, dopo la decisione dell’assessorato alla Salute della Regione Lazio, di riprendere i test anti Covid per chi proviene dal gigante asiatico e dopo che il ministro della Salute Schillaci ha disposto l’obbligatorietà dei tamponi antigenici obbligatori per tutti i passeggeri provenienti dalla Cina ed il transito in Italia. Il ministro sarà inoltre al Senato alle 15.30 per riferire sul nuovo aumento di casi di Coronavirus a Pechino.
I voli di oggi dalla Cina a Roma – Il primo volo sottoposto alle nuove regole è stato quello proveniente da Chongqing, della compagnia Hainan Airlines, arrivato a Fiumicino alle 5.44. I test allo scalo romano per i viaggiatori, subito dopo lo sbarco, si svolgono in un’area dedicata e non accessibile a persone non autorizzate. A metà pomeriggio è previsto l’arrivo di un altro volo dalla Cina, proveniente da Hangzhou ed operato dalla compagnia Air China, ed in serata il terzo ed ultimo volo della giornata, da Wenzhou, con la compagnia China Eastern Airlines.
I Paesi che hanno reintrodotto tamponi per chi arriva dalla Cina – A spingere alla reintroduzione del tampone e a controlli più stringenti sui passeggeri provenienti dalla Cina è stato l’aumento dei casi Covid nel gigante asiatico, passato di colpo da una politica estremamente restrittiva a riaperture generalizzate. Lo spettro di un ritorno ai tempi più bui della pandemia dunque si riaffaccia e già oggi Schillaci riferirà in Senato sulla situazione, dopo aver chiesto a Bruxelles di assumere iniziative simili “su tutto il territorio europeo”. Ma non è solo l’Italia ovviamente ad essere preoccupata. Tamponi obbligatori sono stati già decisi da Usa, India, Giappone, Malesia e Taiwan. Mentre la Commissione europea ha convocato il Comitato Ue per la Sicurezza Sanitaria “per discutere con gli Stati membri e le agenzie europee le possibili misure per un approccio coordinato”. La decisione di Pechino di riaprire le frontiere dopo tre anni e il liberi tutti sui viaggi nel pieno dell’ondata che sta travolgendo il Dragone rischiano infatti di provocare un nuovo disastro globale. In Cina nel frattempo si allungano le file di malati davanti agli ospedali e gli obitori – secondo le informazioni che filtrano – sono al collasso. I numeri che circolano sono allarmanti: secondo la società di ricerca britannica Airfinity, ad oggi ci sono oltre un milione di nuovi casi e almeno 5 mila morti al giorno. E la situazione rischia di peggiorare ancora.
La replica della Cina – Le misure dovrebbero essere basate sulla “scienza e appropriate”, ha detto il portavoce del ministro degli esteri cinese Wang Wenbin, secondo quanto riportano i media americani, commentando indirettamente la decisione dell’amministrazione Biden e di altri paesi (compresa l’Italia) di richiedere test negativi per il Covid ai viaggiatori cinesi. Wang Wenbin ha poi precisato che le misure dovrebbero “trattare i cittadini di tutti i paesi in modo equo“, facendo di fatto riferimento alla possibilità di discriminazioni.
Ecdc: “Screening ingiustificato”, Oms: “Comprensibile” – Lo screening dei viaggiatori dalla Cina è “ingiustificato” per l’Ue: lo afferma l’Agenzia Ue per le malattie (Ecdc). Sull’argomento interviene anche il direttore dell’Oms per l’Europa: “Quando si considera la reintroduzione e l’implementazione delle misure di screening dei viaggi i Paesi dovrebbero attingere alle lezioni del passato“, commenta su Twitter Hans Kluge. “Ciò include – aggiunge – la necessità di non discriminare alcuna particolare popolazione o gruppo, ma di trattare tutti con rispetto”. Di parere opposto l’Organizzazione mondiale della sanità. Le misure di protezione adottate dagli altri Paesi di fronte alla nuova ondata di Covid in Cina sono “comprensibili” ha detto il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus.
I risultati da Malpensa – Già ieri la decisione della Regione Lombardia di partire con i controlli a Malpensa ha scoperchiato l’emergenza: quasi un passeggero su due, tra quelli che il 26 dicembre sono arrivati nello scalo milanese dalla Cina a bordo di due voli, è risultato positivo al Covid. Orientamento che è stato seguito oggi anche dall’aeroporto di Fiumicino. Poi è arrivata la decisione del governo che ha imposto i test obbligatori e la quarantena per chi viene trovato positivo.
Nella sua ordinanza Schillaci ha disposto anche il sequenziamento del virus, misura indispensabile per garantire la sorveglianza e l’individuazione di eventuali varianti. Sarebbero infatti proprio le nuove varianti che si stanno sviluppando in Cina, oltre all’allentamento delle restrizioni, le ragioni dell’impennata del Covid: in particolare la cosiddetta Gryphon, cioè la XBB, indiziata numero uno per l’aumento di casi e ricoveri.
Negli ospedali – Potenziamento dei test e attenzione alla circolazione del virus sono le leve sulle quali chiedono di agire anche i principali ospedali italiani, a partire dallo Spallanzani di Roma, e la Fiaso, la Federazione delle aziende ospedaliere. Strumenti da mettere in campo per non vanificare in Italia il ritorno alla normalità. In questa settimana infatti si è registrato un ulteriore calo di circa il 10% dei ricoveri ed è in arrivo un ulteriore allentamento delle misure, con l’introduzione della quarantena breve e il reintegro dei medici no vax, norme contenute nel provvedimento sui Rave.