L’Ucraina si è svegliata di nuovo con il suono delle sirene che annunciavano un nuovo attacco aereo in tutte le regioni, dopo una notte in cui i droni kamikaze si sono abbattuti nell’est e nel sud del Paese. Tante le città colpite, da Kiev – dove il 40% della popolazione è rimasto senza corrente – fino a Leopoli (nell’ovest dell’Ucraina), che si trova lontano dalla linea del fronte, a Kharkiv, (a est), Odessa (a sud), Sumy (nord-est). Il Cremlino continua dunque ad attaccare, senza dare alcun segno di tregua. E a complicare lo scenario si aggiunge quanto accaduto in Bielorussia dove un missile lanciato da un sistema missilistico ucraino S-300 è caduto sul Paese alleato di Mosca tra le 10 e le 11 di oggi (tra le 8 e le 9, ora italiana). Il presidente Alexandr Lukashenko è stato immediatamente informato dell’accaduto e su sue indicazioni una squadra di dipendenti del Comitato Investigativo e del ministero della Difesa sono impegnati indagare sulle cause della caduta. Stando alle prime informazioni disponibili il missile è volato nel territorio bielorusso in modo simile a quello caduto Polonia, ha sbagliato direzione o è stato abbattuto dalle difese aeree bielorusse.
Blackout in Ucraina– Secondo il governatore della città meridionale di Mykolaiv, Vitaliy Kim, 13 aerei dell’aviazione russa e due navi portamissili nel Mar Nero sono entrati in azione, mentre il consigliere presidenziale Mykhailo Podolyak, riferisce che solo questa mattina “sono stati lanciati oltre 120 missili dal ‘malvagio mondo russo’ per distruggere infrastrutture critiche e uccidere civili in massa”. A causa degli attacchi la situazione energetica è particolarmente difficile nei distretti di Kiev e Odessa, oltre che nell’Ucraina occidentale. In precedenza la compagnia elettrica Dtek ha dichiarato che a Odessa nella regione di Dnipropetrovsk sono stati costretti a interrompere l’energia elettrica.
Lavrov: “Continueremo a rafforzare le truppe in Ucraina” – Intanto, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov è tornato a ribadire che Mosca non accetterà mai di negoziare sulla base della “formula di pace” del presidente Zelensky e aggiunge di ritenere che l’Ucraina non sia pronta per una trattativa. “È evidente che Kiev non è pronta al dialogo. Zelensky accarezza l’illusione di ottenere, con l’aiuto dell’Occidente, il ritiro delle nostre truppe dal territorio russo del Donbass, Crimea, Zaporozhzhia e Kherson, il pagamento delle riparazioni da parte della Russia e tribunali internazionali” e simili. Naturalmente, non ci sarà nessun colloquio a tali condizioni”, ha detto Lavrov. Da parte sua, invece, il presidente ucraino ha fatto sapere nel suo video discorso serale che “non abbiamo perso la nostra umanità, anche se abbiamo attraversato mesi terribili. E non la perderemo, anche se ci aspetta anche un anno difficile. Raggiungeremo la vittoria. E dobbiamo farlo davvero insieme”. “Non dimenticate di dire grazie quando siete aiutati. Per favore, sostenete coloro che combattono per il nostro Paese”, ha aggiunto.
Il ministro degli Esteri russo ha annunciato poi che Mosca continuerà a rafforzare le sue truppe nella zona dell’”operazione militare speciale” in Ucraina: “Credo che dovremmo continuare la nostra linea, dichiarata dal presidente, sul campo. Dovremmo rafforzare le nostre capacità, sia tecnologiche che in termini di militari, che hanno ricevuto una formazione seria dopo la mobilitazione parziale. Un numero considerevole di loro è già sul campo, ma la maggior parte non è in prima linea – professionisti, militari a contratto stanno combattendo in prima linea – e un numero considerevole è nella riserva”, ha detto Lavrov in un’intervista alla tv russa. “E continueremo a rafforzare il nostro gruppo. Questa decisione è stata presa a settembre, è stato nominato il comandante di questo gruppo di forze congiunte e stiamo intraprendendo azioni che ci consentiranno di lavorare in modo più efficace su questi territori nel prossimo futuro, non ho dubbi su questo”, ha aggiunto, sottolineando che la Russia intende garantire il raggiungimento di tutti gli obiettivi dell’operazione militare speciale.