La famiglia Malacalza voleva costruire un parcheggio interrato e due ascensori a Portofino, ma anche la sentenza di Appello ha dato ragione a don Alessandro Giosso. Il parroco ha chiesto e ottenuto dal tribunale di Genova l’interruzione dei lavori avviati dall’imprenditore nel borgo ligure. E i giudici gli hanno dato ragione: il progetto, così com’è, rischia di provocare gravi danni alla chiesa millenaria posta nelle vicinanze del cantiere, hanno concluso. Nei mesi scorsi don Alessandro Giosso aveva lanciato una petizione online denominata “non lasciare che uomini egoisti o avidi interessi spoglino il tuo paese della sua bellezza, della sua ricchezza o del suo fascino” e aveva provveduto con la denuncia.

Secondo il parroco, infatti, la realizzazione delle opere (uno dei due ascensori progettati sarebbe dovuto finire tra l’altro direttamente nella villa di Vittorio Malacalza) avrebbe messo in pericolo la stabilità della chiesa. Adesso, nonostante il benestare ed i permessi che erano stati concessi dal sindaco di Portofino Matteo Viacava, il cantiere è stato bloccato: “A questo punto l’ordinanza non è più impugnabile – ha spiegato l’avvocato Antonino Bongiorno Gallegra che assiste don Alessandro Giosso – Malacalza, se vuole realizzare l’opera, può solo presentare un nuovo progetto che comunque sarà sottoposto alla valutazione di idoneità da parte dei consulenti della parroco”. “I timori da noi espressi per l’integrità della chiesa, bene monumentale di altissimo valore, oltre ad avere trovato un solido riscontro tecnico, sono stati oggetto di un’adeguata valutazione da parte del giudice competente – ha commentato soddisfatto il parroco – devo tutelare con forza l’edificio sacro!”

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