Il mondo del calcio piange una leggenda, ma allo stesso tempo ne ricorda la grandezza. “È stato un grandissimo giocatore, forse il più grande. Da quando guardo il calcio lui insieme a Maradona e Di Stefano sono stati i migliori e dopo loro metto Cruijff e Messi” dice l’ex ct della Nazionale e del Milan, Arrigo Sacchi, all’Adnkronos commentando la morte di Pelé, scomparso oggi a San Paolo all’età di 82 anni. “Io l’ho anche allenato in una partita esibizione nel 1990 – aggiunge Sacchi-. Aveva quasi 50 anni e la mia squadra vinse quel match e lui mi disse scherzando alla fine della partita ‘mi devi la rivincita tra 50 anni’. Non so dove la faremo questa partita. Da allora ci siamo incontrati svariate volte ed è nata un’amicizia. L’ultima volta l’ho visto 2-3 anni fa, poi purtroppo tra la pandemia e i suoi problemi di salute non è stato più possibile”.
“Ho avuto la fortuna di vederlo giocare, è stato il più grande. Paragoni con Maradona? Forse sono grandi di epoche diverse, ma per il periodo che ho vissuto e avendo avuto la fortuna di giocare contro di lui, anche se alla fine della carriera, ho potuto capire la sua immensa qualità – commenta Fabio Capello – Era super in tutto, un uomo dal quale c’era solo da imparare. Era da ammirare in tutti i momenti per la sua modestia – sottolinea l’ex tecnico di Milan, Juve e Roma – Lascia un grande segno nel mondo del calcio perché è stato uno di quelli che ha vinto più di tutti e non lo ha mai fatto pesare. Era uno modesto”. “Mi dispiace particolarmente per questa grava perdita per il mondo del calcio, che da oggi è un po’ più povero. Ci lascia un campione unico, il più grande nella sua epoca e insieme a Maradona, il più grande di sempre – dice Dino Zoff – Ci siamo incontrati e abbracciati diverse volte. C’è sempre stata cordialità tra di noi, era una persona a modo e per bene”.