Nel corso della tradizionale conferenza stampa di fine anno, il presidente del consiglio si è espressa chiaramente sulla scadenza del 2035 per la fine delle vendite di veicoli endotermici, ritenendola irragionevole. E aggiungendo di voler "porre la questione con forza” a livello europeo
A schierarsi contro il bando alla vendita delle auto con motore termico, fissato dall’Unione Europea al 2035, è stata la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ha espresso le sue perplessità in merito nel corso della conferenza stampa di fine anno. Interrogata sulla ragionevolezza del provvedimento europeo, la Meloni ha risposto seccamente: “No, non lo ritengo ragionevole e lo considero profondamente lesivo per il nostro sistema produttivo. Mi pare che questa sia materia sulla quale c’è una convergenza trasversale a livello italiano. E intendo utilizzare quella convergenza per porre la questione con forza”.
Il Governo italiano intende dunque tornare sulla questione in sede europea e non è escluso che trovi il supporto di altri Paesi comunitari, che hanno già espresso a più riprese la propria contrarietà al bando. Col passare del tempo, infatti, cresce la schiera di politici, tecnici, scienziati e personalità dell’automotive che invocano un approccio tecnologicamente neutrale al tema della decarbonizzazione della mobilità, che non escluda a priori opportunità tecniche come l’idrogeno o i carburanti sintetici CO2 neutrali per ridurre l’impatto ambientale delle automobili (che a livello globale vale circa il 10-12% delle emissioni di anidride carbonica totali).
Le considerazioni della premier Meloni hanno trovato il sostegno del Presidente dell’Aci, Angelo Sticchi Damiani: “Un plauso al coraggio e alla chiarezza del Premier Giorgia Meloni, che afferma con nettezza una verità ormai diventata verificabile da chiunque. Ovvero, che la messa al bando delle vetture endotermiche nel 2035 appaia una scelta davvero poco sensata. Già dal 2019, durante l’annuale Conferenza nazionale del traffico, l’Automobile club d’Italia aveva lanciato lo stesso monito, più volte ribadito in questi anni e in tutte le occasioni e sedi possibili. Ci sono adesso le condizioni di scenario per poter ragionare e rivedere finalmente quella scadenza e le politiche che l’hanno generata, pur mantenendo l’obiettivo della riduzione delle emissioni climalteranti e del raggiungimento della massima sostenibilità ambientale, nell’interesse non solo del comparto automotive nazionale ma anche dei cittadini italiani”.