La Spagna segue l’esempio dell’Italia. E anche la Francia e l’Inghilterra fanno lo stesso, introducendo l’obbligo del tampone negativo o, nel caso di Madrid, del vaccino per i passeggeri in arrivo dalla Cina. Il governo di Pedro Sánchez ha, infatti, annunciato l’istituzione di “controlli” nei suoi aeroporti per i viaggiatori provenienti dalla Cina per assicurarsi che non siano portatori del virus del Covid. In una breve conferenza stampa a Madrid, il ministro della Salute, Carolina Darias, ha indicato che a questi viaggiatori verrà chiesta “la prova che siano negativi o un percorso vaccinale completo“. Per quanto riguarda l’Inghilterra, dal 5 gennaio chi arriva dalla Cina dovrà esibire un test negativo realizzato non oltre le 48 ore precedenti la partenza. Il governo ha parlato di “cambiamento temporaneo”, specificando che i test verranno anche realizzati all’arrivo su una parte dei passeggeri per verificare la presenza di eventuali varianti. Il governo di Londra ha annunciato che sta lavorando per garantire l’adozione delle stesse misure il prima possibile anche nel Galles, in Scozia e Irlanda del nord.
Poi c’è anche Israele, che da oggi richiede ai cittadini stranieri provenienti Cina viene di mostrare un test negativo di Covid al momento dell’atterraggio all’aeroporto di Tel Aviv. Il ministero ha anche consigliato agli israeliani di non recarsi per ora in Cina, “se non per ragioni assolutamente essenziali”.
Intanto la Commissaria alla Salute Stella Kyriakides, in una lettera inviata ai 27 Paesi membri, invita gli Stati “a valutare le attuali pratiche di sorveglianza genomica“. “Se è stata ridimensionata a causa della nuova fase domestica, potreste prendere in considerazione l’idea di aumentarla nuovamente. Sarebbe poi importante continuare o avviare una sorveglianza delle acque reflue, che includa le acque di scarico degli aeroporti principali”, aggiunge . Lo scrive la Stella Kyriakides. “Se compare una nuova variante del virus SARS-CoV2 – in Cina o nell’Ue – dobbiamo individuarla tempestivamente per essere pronti a reagire rapidamente”, sottolinea.
I test obbligatori negli aeroporti per i media cinesi sono misure ”infondate e discriminatorie”. “La vera intenzione è sabotare i tre anni di sforzi cinesi per controllare il Covid-19″, si legge in un articolo del Global Times. Le preoccupazioni della comunità internazionale sono legate alla decisione del presidente Xi Jinping di mettere fine alla politica del zero-Covid dopo le proteste di piazza e di non applicare più alcuna restrizione. Questo ha portato a un aumento dei contagi e dei decessi collegati al coronavirus in Cina, che coincide con la decisione di Xi di permettere ai suoi connazionali di riprendere i viaggi internazionali.
Intanto è guerra di numeri sui dati riguardanti i contagi e i decessi per Covid che riguardano la Cina. Pechino insiste: “I nostri dati sono sempre trasparenti“. Il rilascio di tutte le informazioni sui virus da parte di Pechino è stato fatto “nello spirito di apertura“, ha detto un alto capo della Sanità in una conferenza stampa tenuta dal Consiglio di Stato cinese e citata dall’agenzia di stampa Xinhua. Lo ha detto mentre un ente nazionale per il controllo delle malattie ha affermato che venerdì ci sono stati circa 5.500 nuovi casi locali e un solo decesso. Ma per gli esperti di altri Paesi questi dati sono lontanissimi dalla realtà.
Per gli esperti di malattie infettive della britannica Airfinity, in questo momento in Cina si registrano 9mila morti al giorno. Un numero di decessi in crescita esponenziale. Secondo gli esperti britannici, dal primo dicembre sono morti in Cina circa 100mila persone dopo essere state contagiate dal Covid-19, mentre sono stati 18,6 milioni i contagi, ha affermato Airfinity in una nota. Airfinity prevede che le infezioni da Covid in Cina raggiungano il loro primo picco il 13 gennaio con 3,7 milioni di casi al giorno.
Ma Pechino ribadisce la sua posizione. Jiao Yahui della Commissione nazionale per la salute ha cercato anche di spiegare possibili discrepanze. Alcuni Paesi contano solo i casi di persone che sono risultati positivi al test dell’acido nucleico dopo essersi infettati dal Covid e sono morte per insufficienza respiratoria indotta dal virus, ha spiegato. Altri Paesi, ha proseguito Jiao, includono tutti i decessi entro 28 giorni dai test positivi al Covid-19. “Ciò significa che il loro conteggio potrebbe includere anche coloro che si sono suicidati o sono morti in incidenti stradali dopo aver contratto il virus”, afferma. E precisa: “Dal 2020 il criterio di morte per Covid-19 che stiamo adottando in Cina è stato del primo tipo”. Ma gli esperti stranieri sembrano non credere a queste giustificazioni.