Politica

Il governo vieta il rilascio di certificati anagrafici per conto terzi online e agli sportelli di quartiere. Protestano i Comuni

"Con questa decisione si rischia di tornare indietro anziché andare avanti - ha spiegato l'assessore al Comune di Milano Gaia Romani - riducendo la semplificazione e dilatando i tempi di rilascio di certificati per le persone"

Stop al rilascio di certificati anagrafici per conto terzi, sia online sia presso gli sportelli di quartiere, come edicole, tabaccherie e cartolibrerie. E’ il risultato di una circolare del ministero dell’Interno, che risale allo scorso ottobre ma sta mostrando in questi giorni i primi effetti. Il Comune di Milano per esempio ha dovuto fermare il servizio dal 29 dicembre. “Le conseguenze ricadranno purtroppo su cittadini e cittadine che saranno costretti a recarsi in Anagrafe” – ha spiegato l’assessora ai Servizi civici Gaia Romani – l’impatto sui nostri sportelli è stimato, infatti, in circa 500 utenti in più al giorno”.

In particolare, il ministero ha chiarito che “non è possibile per il richiedente ottenere, accedendo alla piattaforma Anpr con la propria identità digitale, certificati relativi a soggetti terzi, a causa di possibili criticità in relazione ai servizi di rilascio dei certificati anagrafici tramite convenzioni“. I certificati anagrafici potranno essere richiesti solo agli sportelli, a meno che non si tratti di certificati per se stessi o per i membri del proprio nucleo familiare, che potranno essere scaricati online tramite Anpr.

Dal 1° gennaio 2022 ad oggi la piattaforma online comunale di Milano ha rilasciato oltre 1,5 milioni di certificati: di questi solo un terzo (circa mezzo milione) è stato richiesto per sé o per un membro della propria famiglia. Sono 43.183 coloro che li hanno scaricati tramite app e 49.187 quelli che si sono recati presso uno sportello convenzionato (43.631 in edicola, 1.052 in cartolibreria, 4.504 presso una tabaccheria). Sono, invece, 355.178 i certificati richiesti dall’Ordine degli avvocati di Milano e 178.594 quelli provenienti dagli Ordini fuori Milano. “Con questa decisione si rischia di tornare indietro anziché andare avanti – ha aggiunto Romani – riducendo la semplificazione e dilatando i tempi di rilascio di certificati per le persone. Per questo il Comune di Milano, insieme all’Anci, si sta mobilitando per consentire alle Amministrazioni locali di continuare ad erogare i servizi online di certificazione e mantenere attive le convenzioni con enti e organizzazioni di categoria, ripristinando una banca dati online almeno per i cittadini e le cittadine residenti in città”.