Il tribunale della giunta militare ha emesso la sentenza anche per il quinto capo d'accusa. Ora per la 77enne presidente della Lega nazionale per la democrazia si prospetta il carcere a vita
Altri sette anni di carcere per Aung San Suu Kyi. Il tribunale della giunta militare ha condannato per corruzione l’ex leader del Myanmar – ex Birmania – nell’ultima parte del suo processo fiume, durato oltre 18 mesi. Si tratta del quinto capo d’accusa con cui l’attivista 77enne, premio Nobel per la pace nel 1991, ha accumulato in tutto 33 anni di prigione. A riferirlo è una fonte giudiziaria birmana.
La leader dell’opposizione è stata accusata di corruzione in relazione all’acquisto, alla riparazione e al noleggio di un elicottero da utilizzare durante i disastri naturali e gli affari di stato, compresi i soccorsi e le emergenze. La sessione che condanna la presidente della Lega nazionale per la democrazia, di fatto, al carcere a vita si è svolta a porte chiuse e mette fine al procedimento penale a suo carico. In precedenza, infatti, Suu Kyi è stata condannata per molteplici reati, tra cui frode elettorale e corruzione. Ora è detenuta in isolamento in una prigione della capitale Naypyidaw. Il paese asiatico è sotto il controllo della giunta militare dal colpo di Stato del febbraio 2021, quando Aung San Suu Kyi venne destituita e incarcerata.