Parte in salita il 2023 degli automobilisti. Non solo da domani spariscono gli sconti fiscali sul carburante (con un aumento di 18 centesimi al litro) ma arrivano anche gli aumenti per i pedaggi autostradali. Autostrade per l’Italia che gestisce oltre la metà delle tratte autostradali italiane e che ora fa capo per il 51% a Cassa depositi e prestiti (ossia allo Stato) ha annunciato che da domani le tariffe saliranno del 2% con un ulteriore aumento dell’1,3% già programmato dal prossimo luglio. Lo annuncia una nota del ministero delle Infrastrutture e trasporti ita, nella quale il ministro Matteo Salvini spiega che si rischiava ” un aumento che sfiorava il 5% che è stato scongiurato” e che nel nostro paese, gli incrementi sulle tratte interessate è inferiore all’inflazione”. A dire il vero nei mesi passati il numero uno di Aspi Roberto Tomasi aveva parlato di una richiesta di aumento dell’1,5%.
È confermato lo stop agli aumenti sulle Autostrade A24/A25 Roma-L’Aquila Teramo e Diramazione Torano Pescara: il Mit, si legge, sta facendo approfondimenti per una eventuale riduzione. Aumenti dei pedaggi sono stati autorizzati di recente anche in Francia e Spagna, il governo di Madrid ha però autorizzato rincari pari alla metà di quanto chiesto dai gestori.
L’Aiscat (associazione che raggruppa le società che hanno in gestione le varie tratte autostradali) ricorda anche che in “Italia è dal 2018 (anno del disastro del ponte Morandi a Genova, ndr) che i pedaggi autostradali non subiscono alcun incremento, diversamente da quanto previsto dalla normativa vigente”. Inoltre i Piani economico-finanziari delle diverse concessionarie, sottolinea l’associazione, sono “attualmente a stadi di approvazione differenti e che eventuali incrementi di pedaggio dipenderanno dalle molteplici componenti di gestione e investimento che caratterizzano ciascuna attività concessoria rispetto alle altre: i piani di ammodernamento e potenziamento messi in campo da varie concessionarie, costituiscono un elemento imprescindibile per la sicurezza e la sostenibilità della rete autostradale che deve essere considerato una priorità, anche tenendo conto del generalizzato aumento dei costi delle materie prime”.