C’era una volta, in un tempo lontano, un presidente del consiglio di nome Mario Draghi

Fuor di scherzo il 2022 è stato un anno talmente intenso e ricco di avvenimenti da un punto di vista politico che quest’anno non ci siamo accontentati di dedicare un solo videoblob alla politica nostrana. Non ci siamo accontentati nemmeno di farne due, ci siamo spinti oltre: siamo arrivati a tre.

Tre capitoli di una saga degna del più fervido sceneggiatore: protagonisti che scompaiono, eroi che si immolano, antagonisti che tramano, ribaltamenti di fronte e battaglie a suon di dichiarazioni. Si parte dalla rielezione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che nonostante avesse esplicitato di non voler concedere il bis, ha dovuto accettare per amor patrio. Sul tavolo c’è stato – e non era uno scherzo – persino il nome di Silvio Berlusconi, poi convinto a fare un passo indietro e lasciare il centrodestra libero di proporre altri nomi. Nomi che sono passati da Carlo Nordio a Marcello Pera per arrivare a Letizia Moratti e all’allora presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, bruciata dal king maker (wannabe) Matteo Salvini, incapace di imporre compattezza nella scelta. Ma l’elenco dei bruciati comprende anche il nome di Pier Ferdinando Casini, uomo per tutte le stagioni, che un po’ ci ha creduto. Il pasticcio più clamoroso è stato fatto però sul nome di Elisabetta Belloni, funzionaria di stato di alto profilo che rappresentava un punto di incontro tra le proposte di Lega, Movimento 5 Stelle e Partito Democratico. Il nome inizia a circolare, più di uno storce il naso (Matteo Renzi lo storce più forte di tutti) e come per magia il nome scompare dal tavolo. Bruciata anche quest’ultima carta non resta che andare sull’usato sicuro. Così a fine gennaio Sergio Mattarella inizia il suo secondo settennato.

I partiti ne escono lacerati. Lega e Fratelli d’Italia si contendono lo scettro del centrodestra, chi da una prospettiva di opposizione, chi da un punto di vista governista (nelle prossime puntate scoprirete chi la spunterà… no spoiler). Allo stesso tempo all’interno del Movimento 5 stelle inizia a farsi sentire la vocina di Luigi Di Maio che critica la leadership di Giuseppe Conte, messa in discussione anche dai ricorsi presentati da alcuni iscritti che si appellano alla magistratura per avere ragione di alcune scorrettezze formali. Parte un estenuante braccio di ferro che tra l’ex ministro degli Esteri e il leader pentastellato Conte. Ma chi ne uscirà vincitore? (Anche in questo caso non vi togliamo la sorpresa, lo scoprirete nelle prossime puntate…).

Sullo sfondo di questa situazione grottesca intanto il mondo, che ancora non si è tolto le mascherine, scopre di essere sempre più fragile. La Russia di Putin decide di invadere l’Ucraina. Una guerra nel cuore dell’Europa che destabilizza lo scenario continentale e influenza, ovviamente, anche il dibattito interno…

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Il 2022 della politica, la crisi del Movimento e la fine del governo Draghi. Il videoblob (seconda parte)

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