Dopo un 2022 segnato da un’inflazione superiore all’8% che si è mangiata una fetta consistente degli stipendi degli italiani, il 2023 si apre all’insegna di altri rincari. Una parte dei quali avrebbero potuto essere tamponati o evitati tout court dal governo Meloni, che invece ha deciso di stare a guardare o addirittura di far cassa sui consumatori. Dall’1 gennaio sono scattati infatti gli aumenti delle imposte su sigarette e tabacco trinciato, l’azzeramento dello sconto sulle accise su benzina e gasolio – la cui abolizione è stata per anni uno dei cavalli di battaglia della premier e del suo vice Matteo Salvini – e gli incrementi dei pedaggi autostradali sulla rete di Aspi, che come è noto la scorsa primavera è tornata sotto il controllo pubblico. Considerando anche i ritocchi al costo dei biglietti dei bus cittadini, in arrivo in diverse città, l’aggravio di spesa complessivo secondo Assoutenti sarà di 366 euro medi a famiglia.

L’Osservatorio Facile.it aggiunge che 815.000 automobilisti vedranno un peggioramento della propria classe di merito e pagheranno di più il premio Rc auto. Non è finita: sul fronte delle bollette è vero che l’Arera ha annunciato qualche giorno fa un calo del prezzo di riferimento dell’energia elettrica nel primo trimestre dell’anno, ma la spesa media annua risulta comunque in aumento del 67%. E riguarda solo gli utenti che sono ancora in regime di maggior tutela: un terzo del totale. Per chi ha un fornitore sul mercato libero, invece, il governo ha sancito che il blocco dei rincari stabilito dal decreto Aiuti bis non si applica ai contratti in scadenza. Ciliegina sulla torta, chi è in affitto rischia un aumento consistente del canone.

I rincari sul pieno – Il costo di benzina e gasolio è salito di circa 20 centesimi al litro rispetto al 30 dicembre, rileva Staffetta quotidiana. Questo perché il 2023 si è aperto con l’aumento delle accise su benzina, gasolio e Gpl. Il governo ha infatti deciso di non prorogare gli sconti decisi a marzo dal governo Draghi per calmierare i fortissimi rincari dei prezzi, che all’epoca avevano superato i 2 euro al litro. Il primo gennaio le imposte sono quindi salite di 15 cent al litro su benzina e gasolio e 2,8 cent al litro sul Gpl. A cui va aggiunta l’Iva. A conti fatti, l’impatto sui prezzi alla pompa è di 18,3 centesimi al litro su benzina e gasolio e 4,3 cent sul Gpl. Stando alle rilevazioni del 2 gennaio, la benzina self service sale in media a 1,732 euro/litro, il diesel a 1,794 euro. Al servito si raggiungono gli 1,89 euro per la benzina e gli 1,95 per il diesel.

Bastonati al casello – C’è poi la questione pedaggi autostradali. All’inizio di ogni anno le tariffe vengono tradizionalmente aggiornate, ma da quattro anni a questa parte, dopo il crollo del Ponte Morandi, erano rimaste congelate. Dall’1 gennaio, invece, sulla rete di Aspi – che ora è controllata dalla Cassa depositi e prestiti con i fondi Macquarie e Blackstone – sono aumentate del 2%. E a luglio è previsto un ulteriore rincaro dell’1,34%. In base alle elaborazioni di Assoutenti, per andare da Roma (sud) a Milano (ovest), ad esempio, il pedaggio sale dai 46,5 euro del 2022 a 47,3 euro. A luglio, in tempo per le vacanze estive, arriverà 48 euro a luglio, con un aumento di 1,5 euro. Da Napoli (nord) a Milano si spendevano lo scorso anno 58,6 euro: ora servono 59,7 euro (60,5 euro a luglio, +1,9 euro). Per la tratta Bologna-Taranto la spesa sale da 55,1 euro a 56,1 euro del 2023 (56,9 euro da luglio, +1,8 euro).

I premi Rc auto – Altri rincari, stavolta sull’assicurazione, sono in arrivo per oltre 815.000 automobilisti che hanno causato un sinistro con colpa nei 12 mesi precedenti, vedendo peggiorare la propria classe di merito. L’Osservatorio Facile.it rileva che “il dato assume ancora maggior gravità se si considera che, a dicembre 2022, il premio medio Rc auto registrato in Italia è stato di poco superiore ai 458 euro, vale a dire ben il 7,23% in più rispetto ad un anno prima”. Secondo l’analisi del comparatore – su un campione di oltre 720mila preventivi raccolti su Facile.it a dicembre – il numero di automobilisti colpiti dai rincari è in crescita del 2% rispetto allo
scorso anno. Quando, tra l’altro, più di 700mila italiani hanno saltato il pagamento della polizza auto. Nel 2023 i morosi sono destinati ad aumentare visto che “sono oltre 1,5 milioni gli italiani che hanno ammesso di poter essere obbligati a saltare il prossimo rinnovo in caso di ulteriori rincari”.

I biglietti dei mezzi pubblici – A Milano dal 9 gennaio il biglietto ordinario Atm passerà da 2 a 2,20 euro, il carnet da dieci corse da 18 a 19,50 euro, il giornaliero da 7 a 7,60 euro e il biglietto valido per tre giorni da 12 a 13 euro. Anche a Roma sono in arrivo rincari: il ‘Contratto di servizio per il trasporto pubblico ferroviario di interesse regionale e locale’ siglato tra Regione Lazio e Trenitalia prevede che da luglio 2023 il biglietto integrato a tempo, che dura 100 minuti, salga da 1,50 a 2 euro, mentre gli abbonamenti mensili saliranno da 35 a 46,70 euro e gli annuali da 250 a 350 euro.

Le bollette – Per l’elettricità, secondo le stime dell’authority per l’energia, la spesa della famiglia-tipo nell’anno compreso tra il 1° aprile 2022 e il 31 marzo 2023 sarà di circa 1.374 euro,+67% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell’anno precedente. Nonostante il calo del 19,5% del prezzo di riferimento per il primo trimestre. L’aggiornamento delle quotazioni del gas per gli utenti in regime di tutela viene invece annunciato, a partire dalla scorsa estate, ex post. Sulla base dei prezzi registrati sul Punto di scambio virtuale italiano nel corso del mese. Il dato relativo a dicembre arriverà il 3 gennaio e si attende un ulteriore aumento, perché il calo delle quotazioni internazionali della materia prima si è registrato solo dopo la prima quindicina del mese.

Gli affitti – Chi è in affitto rischia anche di dover pagare di più al padrone di casa. Se quest’ultimo non ha scelto la cedolare secca, infatti, il contratto di solito prevede un aggiornamento annuale del canone sulla base dell’indice Istat dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI). L’indice medio annuo sarà pubblicato il 17 gennaio 2023. A novembre ha toccato l’11,5%, dopo mesi di aumenti tra il 7,8 e l’8,6%. La media provvisoria, in attesa del dato di dicembre, è dell’8,1%.

Sigarette e tabacco – La manovra modifica le aliquote di accisa sui trinciati, prevedendo un aumento di quella di base dal 59 al 60% e di quella minima da 130 euro a 140 per kg per ottenere un maggior gettito di 50,1 milioni. Con il risultato che le sigarette fai-da-te costeranno fino a 40 centesimi in più. Per quanto riguarda le bionde, l’accisa passa da 23 a 28 euro al kg. Un pacchetto che nel 2022 costava 5 euro rincara dunque di circa 10-12 centesimi.

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