“Quando mi ha parlato e mi ha detto: ‘mamma vieni qui nel letto con me, dormi con me stanotte’, non sono riuscita a non piangere”. È il dolore della mamma del bambino di sei anni massacrato di botte il 19 dicembre scorso a Ventimiglia dal compagno della nonna, che poi si è costituito. Le condizioni del piccolo, ricoverato all’ospedale Gaslini di Genova, migliorano leggermente e i medici hanno deciso di interrompere ogni giorno per qualche momento la sedazione, per verificarne la reazione cerebrale. È in quegli istanti di veglia che ha parlato con la madre, sempre al suo fianco.
“Mio Dio, è stato atroce non poterlo accontentare”. Non è riuscita a non piangere la mamma, racconta, anche se avrebbe voluto resistere: “Avevo male al cuore. Non so se vi è mai capitato di avere lì un forte dolore e non riuscire a respirare. Un pianto che doveva essere trattenuto ma che avrebbe voluto fare a quei mostri qualcosa di davvero brutto. Ma le forze che ho non devo sprecarle per delle bestie simili. Le forze le devo tenere tutte per lui”.
L’aggressore del piccolo, 75 anni, per oltre una settimana aveva mentito, negando di aver brutalmente picchiato il nipote acquisito, probabilmente coperto dalla nonna del bambino. Aveva raccontato alla polizia che il minore era stato investito da un’auto pirata in via Gallardi, a Ventimiglia.
Anche il papà ha manifestato la sua gioia per il miglioramento del figlio: “Sta leggermente meglio, gli hanno tolto il drenaggio polmonare. Mi ha accarezzato il viso e ha voluto un abbraccio. Ha guardato un po’ dei suoi cartoni animati preferiti”. “Oggi un’altra giornata positiva – ha scritto sui social il genitore -. Ancora è stabile la situazione, lui dimostra giorno dopo giorno la sua forza”. Il bimbo resta comunque in prognosi riservata a causa delle fratture e delle lesioni interne provocate dalle botte di quello che chiamava “nonno”. Oltre ai traumi accertati inizialmente, è emerso anche un ematoma alla testa.
Resta ancora da ricostruire nei dettagli la dinamica dell’accaduto. La Procura ha iscritto nel registro degli indagati il 75enne per lesioni gravissime e la nonna paterna del bimbo, in concorso. I due sono a piede libero. Motivo, questo, per cui in città sono comparsi alcuni striscioni che chiedono giustizia per il bambino. Intanto la popolazione si è mobilitata per raccogliere fondi da destinare ai genitori del bimbo.