La stampa odierna, che innanzitutto dà risalto alla scomparsa di Papa Benedetto XVI con le conseguenti preoccupazioni per l’unità della chiesa cattolica, pone in evidenza i primi effetti concreti della politica del governo Meloni.

Dal primo gennaio è stata cancellata la sospensione delle accise sulla benzina, il cui prezzo è salito da 1,55 a 1,77 euro al litro; i tassi di interesse per i mutui continuano a salire senza che il governo intervenga; un aumento notevole si è verificato per tutte le forme di assicurazioni; i pedaggi autostradali sono aumentati del 2% e così via.

Emerge soprattutto che il 2 gennaio è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto sulla svendita di ITA Airways, la nostra piccola compagnia di bandiera, che sarà molto probabilmente acquisita da Lufthansa, che verserebbe un capitale pari al valore del 40% delle azione, per poi divenirne padrona assoluta acquisendo il 100% del capitale. Dunque addio Alitalia, addio ITA.

Altro incredibile provvedimento riguarda Le Acciaierie d’Italia (ex Ilva), per la quale lo Stato si sobbarca a un prestito di 680 milioni, mentre l’Arcelor Mittal, che resta socio maggioritario della fabbrica, verserà soltanto 70 milioni.

In sostanza si realizza quanto Meloni ha affermato nella sua relazione di fine d’anno, durante la quale ha precisato che lo Stato non deve avere i propri mezzi e strumenti economici, capaci di favorire lo sviluppo e gli interessi primari del lavoro, in conformità con l’articolo 41 della Costituzione, precisando, come sottolinea Umberto Franco, che il lavoro non lo crea lo Stato con decreto, lo crea soltanto l’impresa privata, la quale, aggiungo, può essere indifferentemente italiana o straniera.

Ed è ormai provato che queste non si curano mai dell’interesse generale, ma soltanto del proprio individuale profitto. Insomma la via neoliberista per la completa distruzione della nostra Costituzione, con il preannunciato sicuro avvento del semi-presidenzialismo alla francese e le autonomie differenziate, risulta pienamente aperta, con la pratica cancellazione dello sviluppo della persona umana e del progresso materiale e spirituale della società, andando sempre più avanti verso la più ampia diseguaglianza economica e sociale (articoli 3 e 4 Cost.).

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