Il 57enne deputato repubblicano della California Kevin McCarthy ha fallito tre votazioni per succedere a Nancy Pelosi come speaker del Congresso Usa, alla prima seduta dopo le elezioni di midterm. L’ultima elezione andata a vuoto risaliva al 1923, esattamente un secolo fa, quando ci vollero nove votazioni per scegliere il repubblicano Frederick Gillett: nella storia statunitense si è dovuti andare oltre la prima votazione solo 14 volte, 13 delle quali prima della guerra civile (1861-65). La mancata elezione dello speaker paralizza qualunque attività della Camera, che non può procedere nemmeno al giuramento degli eletti. La Camera Usa ha aggiornato la seduta: la candidatura di McCarthy diventa sempre più a rischio.
Nei primi due tentativi, McCarthy – ex capogruppo del Gop – ha ottenuto solo 203 voti, 15 in meno dei 218 necessari all’elezione, a fronte dei 222 seggi repubblicani: ad affossarlo una fronda dell’ala ultraconservatrice e “trumpiana” del partito, ormai in aperto dissenso con l’establishment. Alla prima votazione i 19 sostenitori di Trump hanno votato in parte il candidato “ribelle” Andy Biggs (Arizona) e in parte il deputato dell’Ohio Jim Jordan, per poi convergere al secondo giro su quest’ultimo. I 212 voti democratici invece sono andati compatti su Hakeem Jeffries, primo capogruppo afroamericano alla House. “I miei colleghi hanno reso molto chiaro che il partito merita un nuovo leader. McCarthy deve farsi da parte e permetterci di scegliere qualcun altro”, ha twittato Biggs durante il primo scrutinio.
We barely got through half the ballot before confirming that McCarthy is still well short of 218 votes.
My colleagues have made clear that our party deserves a new leader.
McCarthy should stand down and allow us to select someone else in the next ballot.
— Rep Andy Biggs (@RepAndyBiggsAZ) January 3, 2023
Poco prima della seconda votazione, Jordan aveva rivolto ai colleghi un appello pubblico ad appoggiare McCarthy, chiedendo loro di “fare quadrato“. Ma il “falco” trumpiano Matt Gaetz, deputato della Florida a capo del fronte “Never Kevin”, ha risposto con un nuovo endorsement per lui, definendolo “il più talentuoso e grande lavoratore del gruppo repubblicano, che ha appena fatto un discorso con più visione di quella che abbiamo mai sentito dal suo rivale”. La presidente del Comitato nazionale repubblicano Ronna McDaniel ha condannato i compagni di partito ribelli: “Se ci detestiamo a tal punto da non votarci tra Repubblicani, stiamo facendo esattamente ciò che vogliono i Democratici”, ha detto.
Nella terza votazione lo schema si è ripetuto: compatti i 212 dem sul loro leader Hakim Jeffries, mentre McCarthy ha perso un ulteriore voto fermandosi a quota 202, con 20 preferenze al ‘falco’ Jim Jordan (che però lo appoggia). Crescono intanto le quotazioni, come candidato alternativo, del deputato italo-americano Steve Scalise.