Mancano i documenti sullo stato delle carceri in Belgio, quindi è tutto rimandato al 16 gennaio prossimo. È durata pochi minuti l’udienza davanti ai giudici della seconda sezione della corte d’appello di Brescia per Silvia Panzeri. I magistrati dovevano decidere sulla richiesta di consegna al Belgio della figlia dell’ex eurodeputato del gruppo S&D Antonio Panzeri arrestato a Bruxelles con le accuse di corruzione e riciclaggio. Per il giudice belga Michel Claise, la 38enne insieme alla madre Maria Dolores Colleoni – su cui pende il ricorso della difesa in Cassazione dopo il sì alla consegna al Belgio – “sembra essere pienamente consapevole delle attività” di Panzeri. Intanto, il Pd prende posizione sulla revoca dell’immunità agli eurodeputati Cozzolinoe Tarabella: “Voteremo a favore”.

Il rinvio dell’udienza è stato però deciso per via dell’assenza della documentazione sullo stato delle carceri in Belgio chiesta dalla difesa (nella scorsa udienza del 30 dicembre) come questione preliminare per affrontare la consegna di Silvia Panzeri, arrestata su mandato di arresto europeo. “La documentazione dal Belgio non è arrivata, il ministero della Giustizia ci ha comunicato questa mancanza e l’udienza è stata rinviata”, spiega l’avvocato Angelo De Riso che difende, insieme al collega Nicola Colli, la 38enne attualmente ai domiciliari.

Il ministero della Giustizia italiano già il 22 dicembre scorso aveva trasmesso al ministero belga la richiesta, tradotta in francese, della Corte d’appello di Brescia in merito alle condizioni carcerarie dell’istituto dove verrebbe trasferita Silvia Panzeri, ma ancora non è arrivata alcuna risposta in Italia. Solo quando questo avverrà il ministero la girerà alla Corte che farà le sue valutazioni per poi decidere sull’istanza di consegna del giudice istruttore Michele Claise.

La difesa di Silvia Panzeri ha chiesto alla Corte d’Appello di Brescia di rimettere in libertà la figlia dell’ex eurodeputato. Gli avvocati De Riso e Colli spiegano di aver chiesto “in subordine, l’obbligo di firma in quanto la loro assistita deve esercitare la professione di avvocato che comporta una serie di responsabilità nei confronti dei suoi assistiti”. La decisione è attesa entro 5 giorni. Ieri sempre la difesa ha presentato ricorso al Riesame contro il sequestro di 240mila euro eseguito la scorsa settimana dalla procura di Bergamo su conti della famiglia Panzeri.

Chi potrebbe finire indagato, dal 16 gennaio prossimo, sono anche altri due protagonisti dello scandalo corruzione che ha stravolto le istituzioni europee. Lunedì, infatti, il Parlamento Ue ha annunciato con un comunicato di aver avviato, su richiesta della Procura belga, le procedure d’urgenza per la revoca dell’immunità per due europarlamentari. Non è stato ancora dichiarato di chi si tratti, ma secondo diverse fonti interne all’Eurocamera che hanno parlato in anonimato ai giornali, i due colpiti dalla decisione saranno il rappresentante del Pd, Andrea Cozzolino, al quale la Procura federale ha perquisito gli uffici nei quali lavorava il suo assistente Francesco Giorgi, e il belga Marc Tarabella, al quale è stata perquisita anche l’abitazione perché considerato, come l’italiano, parte del gruppo di parlamentari “amici” di quella che gli inquirenti hanno definito una “organizzazione criminale” in seno al Parlamento. La certezza sui nomi, dato che nell’inchiesta della Procura federale belga emergono altri deputati considerati vicini agli indagati, si avrà solo nel corso della Plenaria del 16 gennaio prossimo, quando ad annunciarli sarà la presidente Roberta Metsola.

Sulla questione prende posizione anche il Pd, con il capodelegazione Brando Benifei, anche lui sfiorato dall’inchiesta perché indicato da alcuni protagonisti come vicino agli indagati, che ha annunciato ad Agorà, su Rai3: “Il Partito Democratico voterà a favore della revoca dell’immunità degli eurodeputati Andrea Cozzolino e Marc Tarabella”.

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