Appiccate le fiamme, che hanno distrutto il locale, erano scappati a bordo di un’auto a noleggio. La pasticceria, dove uno dei cinque era impiegato, era stata oggetto di altri due analoghi episodi nei mesi precedenti
Con un flessibile tagliarono la saracinesca di una pasticceria e versarono all’interno una grande quantità di liquido infiammabile per provocare un incendio. Sono stati arrestati i presunti responsabili delle fiamme che si svilupparono nella notte tra il 18 e il 19 ottobre scorso a Milano, quartiere di Città Studi, a Milano. I carabinieri hanno eseguito il provvedimento emesso dal giudice per le indagini preliminari tra Milano e Agrigento. Agli arrestati sono contestati i reati di incendio e danneggiamento aggravato dalla Dda di Milano. Analizzando anche i social network gli investigatori sono arrivati ai ragazzi. Appiccate le fiamme, che hanno distrutto il locale, erano scappati a bordo di un’auto a noleggio. La pasticceria, dove uno dei cinque era impiegato, era stata oggetto di altri due analoghi episodi nei mesi precedenti.
Secondo i carabinieri, la gang si stava adoperando per programmare un altro raid con le stesse modalità. Questa mattina, durante le perquisizioni dei cinque arrestati e di altri tre soggetti indirettamente coinvolti nell’incendio doloso, i militari hanno trovato i vestiti e il flessibile utilizzati durante l’incendio in pasticceria, oltre a circa 15 grammi di cocaina suddivisa in dosi, circa 45 grammi di hashish e materiale per il taglio e il confezionamento dello stupefacente, nella disponibilità di un fiancheggiatore della gang. Una pistola scacciacani priva del tappo rosso, inoltre, è stata trovata in casa di uno degli indagati.
“Nonostante la giovanissima età hanno dimostrato un elevato grado di professionalità criminale” oltre a una “palesata disponibilità a ricevere incarichi criminali in cambio di somme di denaro non certo notevoli (qualche centinaio di euro) e in tal modo prestandosi a fungere da longa manus di ignoti mandanti” scrive la gip di Milano, Anna Magelli, nell’ordinanza di custodia cautelare. La gip, riconoscendo le esigenze cautelari per evitare la reiterazione del reato (stavano progettando un nuovo raid), parla di “gravissimo quadro indiziario di colpevolezza“. In particolare a incastrare i giovani sarebbero gli estratti dei tabulati telefonici, la presenza sul luogo del delitto in orario notturno compatibile con l’incendio e per alcuni di loro unica occasione in cui il telefono ha agganciato le celle di quella zona, l’autonoleggio di una macchina in car sharing per fuggire e le conversazioni telefoniche e su whatsapp.