C’è anche il decreto sicurezza bis alla base dell’arresto dei tre attivisti di Ultima generazione, che hanno imbrattato con vernice lavabile l’ingresso del Senato. Agli attivisti è stato contestato il reato di danneggiamento aggravato, che prima dell’agosto del 2019, prevedeva l’arresto facoltativo. La modifica introdotta dal governo gialloverde, per volontà dell’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini, aveva innalzato la pena con l’arresto diventato obbligatorio. Il decreto aveva previsto maglie più strette per coloro che effettuano salvataggi in mare dei migranti, ma anche più severità proprio contro i reati di devastazione e danneggiamento, soprattutto in caso di manifestazioni, maggiore tutela dell’incolumità delle forze dell’ordine con l’inasprimento delle pene per oltraggio a pubblico ufficiale

Secondo l’articolo 635 del codice penale, “chiunque distrugge, disperde, deteriora o rende, in tutto o in parte, inservibili cose mobili o immobili altrui con violenza alla persona o con minaccia” è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni (e per questo motivo cioè la pena massina a 3 anni l’arresto è facoltativo). La stessa pena, pur senza violenza o minaccia, è prevista per il danneggiamento di edifici pubblici o situati nei centri storici, ed è questo il caso di Palazzo Madama, la sede istituzionale del Senato. Ed è per questo che agli attivisti viene contestato il danneggiamento. Che diventa aggravato in virtù del comma che prevede che la pena massima venga aumentata “in occasione di manifestazioni che si svolgono in luogo pubblico o aperto al pubblico”. Quindi non più da sei mesi a tre anni, ma da uno a cinque anni di reclusione. Quindi prima dell’introduzione del decreto l’arresto sarebbe stato facoltativo. Sarà comunque un giudice ha valutare il reato e la relativa pena.

Intanto i tre attivisti sono tornati liberi dopo che il giudice per le direttissime del tribunale di Roma ha convalidato gli arresti disponendo la scarcerazione. Il processo per i tre, accusati di danneggiamento aggravato, è stato fissato al 12 maggio. La procura aveva sollecitato la misura dell’obbligo di dimora per i tre indagati. Nel corso dell’udienza i tre hanno rivendicato quanto compiuto ieri mattina: la facciata di palazzo Madama imbrattata di vernice. “Dopo aver visto il disastro della Marmolada ho paura per il nostro futuro. Ho aderito a Ultima Generazione perché propone un cambiamento – ha dichiarato uno degli arrestati -, in particolare di fermare le emissioni di gas e puntare sulle energie rinnovabili”. In base a quanto si apprende la ragazza arrestata aveva partecipato anche all’azione dimostrativa a Palazzo Bonaparte contro un quadro di Van Gogh. I tre inoltre erano stati denunciati per i blocchi stradali sul Grande Raccordo Anulare messi in atto nelle scorse settimane.

“Lasciamo perdere per un attimo le forme della protesta. Può non piacere la vernice (lavabile) sulla facciata del Senato, lo comprendo. E le sedi del Parlamento andrebbero lasciate fuori dalle proteste. Ma la violenza verbale e giustizialista con cui la politica sta rispondendo a queste forme di protesta, non pare proporzionata – dice il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni parlamentare dell’Alleanza Verdi Sinistra – Ma la stessa inflessibilità è stata mai chiesta, per esempio per i casi accertati di imprese che hanno sversato inquinanti cancerogeni nei fiumi? La stessa durezza, i processi per direttissima sono stati usati anche per i responsabili di allagamenti, frane, morti? C’è un coro stonato, su questa vicenda, che ha messo in piedi in queste ore improvvisati tribunali, con i quali si autoassolvono dalle gravi responsabilità del cambiamento climatico, e condannano senza appello chi, giustamente, avverte l’Italia di poter essere l’ultima generazione a poter fare qualcosa per fermare il disastro. Il tutto avviene sotto il caldo malato – conclude Fratoianni – di questo inverno anomalo, che dovrebbe terrorizzarci per davvero. Altro che vernice lavabile.”

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