Lutto non in Vaticano, ma in Italia, nel giorno del funerale del Papa emerito Benedetto XVI. Una nota di Palazzo Chigi afferma che “in occasione delle esequie solenni del Papa emerito Benedetto XVI, la Presidenza del Consiglio ha disposto per il 5 gennaio 2023 l’imbandieramento a mezz’asta delle bandiere nazionale ed europea sugli edifici pubblici dell’intero territorio nazionale”. Nessuna disposizione di questo genere è stata diramata, invece, nello Stato più piccolo del mondo, dove non è stato proclamato il lutto nel giorno in cui Papa Francesco presiederà i funerali del suo predecessore. Questo perché, spiegano nei sacri palazzi, in Vaticano il lutto è previsto solo con la morte del Pontefice regnante che apre il periodo della Sede Vacante, ovvero l’arco temporale che va dalla fine di un papato all’inizio del successivo con l’elezione del nuovo Papa in conclave.
In una circolare del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, si legge: “I dipendenti che desiderano partecipare alla cerimonia funebre non dovranno effettuare la timbratura di ingresso e potranno accedere in piazza San Pietro, dalle ore 6,30 fino ad esaurimento posti”. Gli uffici vaticani resteranno comunque aperti, mentre l’annona, il supermercato che si trova all’interno dello Stato, chiuderà soltanto durante il funerale. La conferma è arrivata anche dal direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni: “Domani in Vaticano tutti gli uffici resteranno regolarmente aperti, ma i dipendenti che lo vorranno potranno partecipare ai funerali, a patto però che il funzionamento di tutte le attività essenziali venga garantito”.
La disposizione del governo italiano stride con quanto deciso dal Vaticano e testimoniato fin dal momento della morte del Papa emerito. Tutti i passaggi che si sono svolti finora, dalla casa del defunto, il Monastero Mater Ecclesiae, alla Basilica Vaticana, sono stati, infatti, contraddistinti da una notevole sobrietà che ha rimarcato, con un linguaggio abbastanza eloquente, che non si tratta della morte del Papa regnante. Il corpo di Benedetto XVI, rivestito con i paramenti papali, ma senza alcun segno che indicasse la sua giurisdizione al momento della morte, è stato traslato nella Basilica Vaticana, all’alba del 2 gennaio 2023, in forma privata, su un semplice furgoncino. L’ingresso all’interno dell’edificio sacro è avvenuto attraverso la Porta della preghiera, un accesso laterale della Basilica di San Pietro, dove per tre giorni è stato esposto alla venerazione pubblica dei fedeli. All’interno dello Stato tutto è continuato a svolgersi regolarmente e l’agenda di Bergoglio non ha subito alcuna modifica. Nessun evento pubblico è stato annullato e nemmeno i tradizionali addobbi natalizi in Vaticano sono stati spenti.
Oltre all’Italia, anche il Portogallo ha proclamato lutto nazionale nel giorno del funerale. Decisione presa dal presidente della Repubblica portoghese, Marcelo Rebelo de Sousa, che presenzierà alla messa esequiale di Ratzinger insieme con numerosi capi di Stato e di governo. La Segreteria di Stato vaticana ha precisato che la loro sarà una presenza “a titolo personale”, non essendo il funerale di un capo di Stato. Il protocollo, per quanto riguarda le delegazioni ufficiali, è stato ridotto all’essenziale, invitando soltanto l’Italia, rappresentata dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e la Germania, rappresentata dal presidente Frank-Walter Steinmeier, che sarà accompagnato dal cancelliere Olaf Scholz. Anche diversi Länder della Germania, paese natale di Benedetto XVI, esporranno le bandiere a mezz’asta in segno di lutto in occasione del funerale del Papa emerito. Durante le esequie, su disposizione della Conferenza episcopale tedesca, le campane delle chiese cattoliche di tutte le 27 diocesi del Paese suoneranno a martello.
Twitter: @FrancescoGrana
Cronaca
Benedetto XVI, il paradosso del giorno del funerale: non sarà lutto in Vaticano, mentre in Italia il governo ordina bandiere a mezz’asta
La disposizione del governo italiano stride con quanto deciso dal Vaticano e testimoniato fin dal momento della morte del Papa emerito: il lutto è previsto solo con la morte del Pontefice regnante. Dall'altra parte del Tevere e non solo a Roma ma in tutto il Paese, invece, tutti gli edifici pubblici avranno l'imbandieramento a mezz'asta per volere di Palazzo Chigi
Lutto non in Vaticano, ma in Italia, nel giorno del funerale del Papa emerito Benedetto XVI. Una nota di Palazzo Chigi afferma che “in occasione delle esequie solenni del Papa emerito Benedetto XVI, la Presidenza del Consiglio ha disposto per il 5 gennaio 2023 l’imbandieramento a mezz’asta delle bandiere nazionale ed europea sugli edifici pubblici dell’intero territorio nazionale”. Nessuna disposizione di questo genere è stata diramata, invece, nello Stato più piccolo del mondo, dove non è stato proclamato il lutto nel giorno in cui Papa Francesco presiederà i funerali del suo predecessore. Questo perché, spiegano nei sacri palazzi, in Vaticano il lutto è previsto solo con la morte del Pontefice regnante che apre il periodo della Sede Vacante, ovvero l’arco temporale che va dalla fine di un papato all’inizio del successivo con l’elezione del nuovo Papa in conclave.
In una circolare del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, si legge: “I dipendenti che desiderano partecipare alla cerimonia funebre non dovranno effettuare la timbratura di ingresso e potranno accedere in piazza San Pietro, dalle ore 6,30 fino ad esaurimento posti”. Gli uffici vaticani resteranno comunque aperti, mentre l’annona, il supermercato che si trova all’interno dello Stato, chiuderà soltanto durante il funerale. La conferma è arrivata anche dal direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni: “Domani in Vaticano tutti gli uffici resteranno regolarmente aperti, ma i dipendenti che lo vorranno potranno partecipare ai funerali, a patto però che il funzionamento di tutte le attività essenziali venga garantito”.
La disposizione del governo italiano stride con quanto deciso dal Vaticano e testimoniato fin dal momento della morte del Papa emerito. Tutti i passaggi che si sono svolti finora, dalla casa del defunto, il Monastero Mater Ecclesiae, alla Basilica Vaticana, sono stati, infatti, contraddistinti da una notevole sobrietà che ha rimarcato, con un linguaggio abbastanza eloquente, che non si tratta della morte del Papa regnante. Il corpo di Benedetto XVI, rivestito con i paramenti papali, ma senza alcun segno che indicasse la sua giurisdizione al momento della morte, è stato traslato nella Basilica Vaticana, all’alba del 2 gennaio 2023, in forma privata, su un semplice furgoncino. L’ingresso all’interno dell’edificio sacro è avvenuto attraverso la Porta della preghiera, un accesso laterale della Basilica di San Pietro, dove per tre giorni è stato esposto alla venerazione pubblica dei fedeli. All’interno dello Stato tutto è continuato a svolgersi regolarmente e l’agenda di Bergoglio non ha subito alcuna modifica. Nessun evento pubblico è stato annullato e nemmeno i tradizionali addobbi natalizi in Vaticano sono stati spenti.
Oltre all’Italia, anche il Portogallo ha proclamato lutto nazionale nel giorno del funerale. Decisione presa dal presidente della Repubblica portoghese, Marcelo Rebelo de Sousa, che presenzierà alla messa esequiale di Ratzinger insieme con numerosi capi di Stato e di governo. La Segreteria di Stato vaticana ha precisato che la loro sarà una presenza “a titolo personale”, non essendo il funerale di un capo di Stato. Il protocollo, per quanto riguarda le delegazioni ufficiali, è stato ridotto all’essenziale, invitando soltanto l’Italia, rappresentata dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e la Germania, rappresentata dal presidente Frank-Walter Steinmeier, che sarà accompagnato dal cancelliere Olaf Scholz. Anche diversi Länder della Germania, paese natale di Benedetto XVI, esporranno le bandiere a mezz’asta in segno di lutto in occasione del funerale del Papa emerito. Durante le esequie, su disposizione della Conferenza episcopale tedesca, le campane delle chiese cattoliche di tutte le 27 diocesi del Paese suoneranno a martello.
Twitter: @FrancescoGrana
Articolo Precedente
Prescrizione, dopo l’ok all’odg Costa rilancia: “Presentiamo un ddl per cancellare il blocco”
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Mondo
Mosca avanza nel Kursk, “ipotesi ritiro degli ucraini”. Il risiko Europa: Trump vuole spostare 35mila soldati dalla Germania e abbandonare le esercitazioni militari
Cronaca
“Papa Francesco, graduale miglioramento. Esami stabili, buona risposta alla terapia. Ma la prognosi resta riservata”: il bollettino
Zonaeuro
Germania, raggiunto un principio di accordo per formare il governo. I punti dell’intesa tra Cdu-Csu e Spd
Palermo, 9 mar. (Adnkronos) - "Il nostro governo ha scelto di realizzare i termovalorizzatori con risorse pubbliche, stanziando 800 milioni di euro attraverso il Fondo per lo sviluppo e la coesione (Fsc). Questo per evitare che il costo di ammortamento potesse ricadere sui cittadini attraverso tariffe esorbitanti. Noi vogliamo evitare questo errore e garantire un sistema sostenibile dal punto di vista economico, ambientale e sociale. Non solo". Così, in un intervento sul Giornale di Sicilia il Presidente della Regione siciliana Renato Schifani. "I termovalorizzatori rappresentano una grande opportunità anche per il nostro sistema energetico- dice -In un periodo storico in cui i costi dell’energia sono sempre più elevati e la transizione ecologica è una priorità globale, trasformare i rifiuti in energia significa rendere la Sicilia più autonoma, ridurre la dipendenza da fonti fossili e creare un sistema. Il nostro cronoprogramma: entro questo marzo/aprile bando per progettazione; entro settembre 2026 inizio lavori (durata diciotto mesi). La Sicilia non può più permettersi di rimanere prigioniera dell’emergenza, della precarietà, dell’inerzia. È il momento di agire con coraggio e senso del dovere".
"Chi si oppone abbia almeno l’onestà di dire chiaramente perché e di assumersi la responsabilità di condannare questa terra al degrado e all’inefficienza- dice Schifani - Non possiamo accettare che il futuro della Sicilia venga bloccato da interessi di parte, da vecchie logiche a volte ambigue. Non possiamo più tollerare un sistema che penalizza i cittadini, le imprese e l’ambiente. La nostra Regione merita di voltare pagina. Merita un futuro fatto di pulizia, decoro e sostenibilità. Noi andremo avanti, con determinazione e con la convinzione che questa sia l’unica strada possibile. Anche se in salita. In tutti i sensi. Perché la Sicilia merita di più".
Palermo,9 mar. (Adnkronos) - "Perché, dopo vent’anni di dibattiti e promesse mancate, ancora oggi qualcuno si oppone alla realizzazione di impianti di termovalorizzazione? L’esperienza europea dimostra che questi impianti sono una soluzione efficiente e sicura per chiudere il ciclo dei rifiuti, trasformando ciò che non può essere riciclato in energia pulita. Eppure, in Sicilia si è continuato a rinviare, mentre le discariche si riempiono e i cittadini pagano bollette sempre più alte per smaltire i rifiuti altrove. È davvero un problema di tutela ambientale? No, perché i moderni termovalorizzatori sono progettati per garantire emissioni praticamente nulle, rispettando i più severi standard europei". Così il Presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, in un intervento sul Giornale di Sicilia. "Parlare di inquinamento è oggi fuori luogo: in molte città del Nord Italia, in Europa e nel mondo, questi impianti convivono con i centri abitati senza alcun impatto sulla qualità dell’aria", dice.
"Forse si vuole difendere il business delle discariche? È un dubbio legittimo. Il sistema attuale, infatti, ha spesso alimentato interessi economici poco trasparenti, in alcuni casi perfino legati alla criminalità organizzata. E di questo ho parlato in occasione della mia audizione alla Commissione parlamentare di inchiesta sulle ecomafie", conclude Schifani.
Palermo, 9 mar. (Adnkronos) - "La Sicilia, purtroppo, vive da decenni un’emergenza che sembra diventata strutturale. Il mio governo ha individuato fin dalla campagna elettorale questo come un obiettivo primario, consapevole che la gestione dei rifiuti non è solo un problema ambientale, ma anche sociale ed economico. Abbiamo ereditato una situazione di stallo, con un sistema fondato su discariche ormai al collasso, senza un’efficace pianificazione e con una raccolta differenziata ancora insufficiente. E soprattutto, mancava uno strumento fondamentale: il Piano rifiuti, indispensabile per poter programmare e realizzare qualsiasi intervento strutturale. Lo abbiamo speditamente adottato nel novembre scorso, dopo un grande lavoro di squadra che ha coinvolto vari organi istituzionali preposti al ramo". Così, in un intervento sul Giornale di Sicilia, il Presidente della Regione siciliana, Renato Schifani,.
"Sapevamo che sarebbe stato un percorso difficile, sia dal punto di vista normativo che politico- prosegue - E a volte avvertiamo una condizione di solitudine, nel dover difendere un’idea di sviluppo che dovrebbe essere patrimonio comune, ma che invece incontra resistenze incomprensibili e a volte ambigue. Non cori da stadio, ma silenzi a volte trasversali e imbarazzanti".
"Non è un caso che il tema dei termovalorizzatori in Sicilia sia presente nel dibattito pubblico da oltre vent’anni, senza mai trovare una concreta soluzione- aggiunge Schifani - In tutto questo tempo, mentre in altre regioni italiane e in Europa si realizzavano impianti di ultima generazione per trasformare i rifiuti in energia, in Sicilia si continuava a rinviare, accumulando ritardi su ritardi e lasciando che il problema si aggravasse. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: città invase dai rifiuti, discariche sature, costi di smaltimento sempre più elevati e una dipendenza dall’estero per l’invio della spazzatura che pesa sulle tasche dei cittadini siciliani per oltre cento milioni all'anno". "Ciò che trovo più preoccupante è la rassegnazione diffusa tra i siciliani. Dopo decenni di annunci e promesse mancate, molti ormai non credono più che il cambiamento sia possibile. Ma io dico che questa volta è diverso. Questa volta il governo regionale ha fatto una scelta chiara e irreversibile: realizzare gli impianti e dare finalmente alla Sicilia una gestione moderna ed efficiente dei rifiuti. E per questo obiettivo dedico due pomeriggi al mese per monitorare di persona il percorso, spesso complesso ma che ci sforziamo di velocizzare. Per non parlare dei numerosi ricorsi presentati contro il mio piano per bloccare il tutto. A questi ci opporremo con fermezza e competenza".
Palermo, 9 mar. (Adnkronos) - I vigili del fuoco del Comando provinciale di Palermo resteranno per tutta la notte tra via Quintino Sella e via Gaetano Daita per tenere sotto controllo l'edificio in cui ieri mattina si è propagato un vasto incendio che ha distrutto l'appartamento all'ultimo piano dell'ex sottosegretario alla Salute, Adelfio Elio Cardinale, e della moglie, l'ex magistrato Annamaria Palma. I due sono riusciti a mettersi in salvo, tutti i residenti sono stati evacuati, un uomo di 80 anni è rimasto intossicato. "Le fiamme sono state circoscritte e non si propagano più. Sono in corso adesso le operazioni di bonifica che consistono nello smassamento della parte combusta e nello spegnimento dei focolai residui. Per tutta la notte sul posto sarà effettuato un servizio di vigilanza antincendio", ha spiegato in serata all'Adnkronos Agatino Carrolo, direttore regionale dei vigili del fuoco della Sicilia, da ieri mattina sul luogo del rogo.
"Abbiamo dovuto tagliare il tetto con le motoseghe. I miei uomini hanno lavorato a 25 metri su un piano inclinato di 30 gradi e abbiamo lavorato con la dovuta cautela. Tagliato il tetto si impedisce alle fiamme di propagarsi. Quindi rimangono da effettuare le operazioni di bonifica, di rimozione del materiale combusto e laddove ci sono dei focolai residui spegnerli. Oltre a questo si prevede di effettuare un'operazione di vigilanza antincendio ceh consiste in un presidio fisico a vigilare lo stato dei luoghi fino a quando non ci sarà più bisogno", ha detto.
E ha aggiunto: "Ci siamo trovati ad operare ad un altezza di 25 metri dal piano di calpestio. Dobbiamo spegnere un incendio importante di un tetto di circa 400 mq di falde e le fiamme sono particolarmente insidiose perché questa combustione è caratterizzata dal cosiddetto fuoco covante ossia una combustione in condizione di sotto ossigenazione che corre nello spazio di ventilazione del tetto. Quindi in superficie non si vede nulla ma ad un certo punto le fiamme affiorano dove è possibile".
Roma, 8 mar (Adnkronos) - "Non c’è molto da dire, se non che mi vergogno e che mi dispiace molto. Il Pd è germogliato dalle tradizioni più alte e più nobili della storia politica del Paese. Ha nel suo dna l’europeismo. Ed è di tutta evidenza che non può essere questo il nostro posizionamento". Lo scrive sui social Pina Picierno rispondendo alle proteste sui social per il post del Pd sulla questione del piano di Difesa Ue in cui si legge 'bravo Matteo' a proposito delle posizioni di Matteo Salvini.
"Mi vergogno, infatti. E sono allibita", aggiunge la vice presidente del Parlamento europeo.
Roma, 8 mar (Adnkronos) - "Ma vi siete bevuti il cervello Elly Schlein? Vi mettete a scimiottare Salvini. I riformisti sono vivi? Hanno qualcosa da dire? Paolo Gentiloni, Lorenzo Guerini certificate la vostra esistenza in vita al netto di Pina Picierno e Filippo Sensi". Lo scrive sui social Carlo Calenda, rilanciando un post del Partito democratico sulla questione del piano di Difesa Ue in cui tra l'altro si legge 'bravo Matteo' a proposito delle posizioni di Salvini.
Roma, 8 mar (Adnkronos) - "In Italia si aggira un tizio - si chiama Andrea Stroppa - che rappresenta gli interessi miliardari e le intrusioni pericolose di Elon Musk. Dopo avere espresso avvertimenti vagamente minatori e interferito sull’attività di governo, questo Stroppa ha insultato due giornalisti, Fabrizio Roncone e la moglie Federica Serra, con il metodo tipico dell’intimidazione". Lo dice il senatore del Pd Walter Verini.
"Esprimiamo solidarietà ai due giornalisti. E ci chiediamo anche cosa aspetti Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio di questo Paese, a far sentire la sua voce contro queste ingerenze, questi attacchi, questi tentativi di intimidazione a giornalisti e giornali”, aggiunge il capogruppo Pd in Antimafia.