Nei prossimi giorni è attesa una nuova ondata di freddo che potrebbe cambiare le cose. Il presidente di Nomisma Energia Davide Tabarelli. "La bolletta a gennaio può scendere del 30%. Ma se arrivano dei picchi di domanda siamo messi male. E il prossimo inverno sostituire tutti i volumi che abbiamo nelle scorte, che sono soprattutto del gas naturale russo, sarà molto difficile senza la Russia"
Continua la caduta del prezzo del gas sul mercato di Amsterdam, in scia alle temperature superiori alla media stagionale che riducono i consumi e preservano gli stoccaggi europei, ancora pieni all’83%. Cioè il 13% più della media nello stesso giorno di dicembre nel periodo di riferimento 2016-2018. I future sul Ttf mercoledì hanno chiuso a 64 euro al megawattora, in calo del 11.497% e ai minimi dal dicembre 2021, prima dell’invasione russa dell’Ucraina. Come è noto, questo non ha un impatto diretto sulle bollette: anzi, ieri l’authority Arera ha annunciato che in Italia quelle di dicembre sono salite del 23%. Ma già nel breve periodo, se l’andamento resta questo, i consumatori vedranno scendere i prezzi. Il problema è che nei prossimi giorni è attesa una nuova ondata di freddo che potrebbe cambiare le cose.
Il presidente di Nomisma Energia Davide Tabarelli è moderatamente ottimista: “Aspettiamo quattro settimane e possiamo avere un calo del 30%” della tariffa del gas di gennaio. Ma “se arrivano dei picchi di domanda con un freddo intenso, cosa che capita, siamo messi male. E rischiamo di esserlo per qualche giorno. Non siamo fuori dalla crisi”. In prospettiva, poi, “c’è il problema del prossimo inverno perché sostituire tutti i volumi che abbiamo nelle scorte, che sono soprattutto del gas naturale russo, sarà molto difficile senza la Russia. Ecco perché abbiamo bisogno di rigassificatori e la notizia che in Germania vanno avanti spediti in questa direzione – ieri al porto di Wilhelmshaven è arrivata la prima spedizione regolare di gas naturale liquefatto dagli Stati Uniti – è positiva”. E in Italia? Secondo l’esperto “abbiamo bisogno di fare le strutture, di aumentare i volumi dalla Libia e di fare rigassificatori. Non solo un rigassificatore come quello previsto Ravenna. Se non possiamo farlo a Piombino, lasciamo stare lo scontro e mettiamone altri due a Ravenna per arrivare a tre”.
Finora temperature miti e prezzi elevati hanno contribuito a ridurre i consumi. Secondo Staffetta Quotidiana, che ha elaborato dati di Snam Rete Gas e del ministero dello Sviluppo economico, nel 2022 l’Italia ha consumato poco meno di 69 miliardi di metri cubi, 2 in meno rispetto alla media del decennio e 7,2 miliardi in meno rispetto al 2021 (-9,5%). In flessione sia la grande industria (-12,2%) sia il settore civile – abitazioni e attività commerciali e produttive – che ha consumato 28,8 miliardi di mc, ben 4,4 in meno rispetto al 2021 (-13,4%). Diverso andamento per il termoelettrico, arrivato a 25,1 miliardi di mc, 815 milioni in meno (-3,1%) rispetto al 2021, ma 1.936 mln in più rispetto alle media del decennio (+8,3%). Ha pesato in particolare il mese di dicembre con un crollo del 22,8% sul 2021 e la domanda totale ferma a 7.481,2 milioni di mc. Nonostante le temperature particolarmente miti l’industria è andata peggio del settore civile: rispettivamente -26,9% contro -24%.