Il governo Meloni ha allungato di un anno il triennio di formazione obbligatoria per i professionisti sanitari, mantenendo con la proroga lo sconto di un terzo dei crediti Ecm per i professionisti sanitari che era stato varato nel 2020 in piena emergenza Covid, portando da 150 a 100 il numero di punti di formazione da conseguire entro dicembre 2022 (ora 2023).

La novità si trova nel decreto Milleproroghe che, appunto, allunga il termine della misura varata con decreto Rilancio quando il governo aveva tagliato gli adempimenti per gli operatori della sanità appartenenti a ordini professionali, e quindi sottoposti a formazione obbligatoria, perché già oberati dal lavoro.

Evidentemente non è bastato, se a fine 2022, a ridosso della scadenza del triennio, si è posto il problema di chi, non avendo portato a termine almeno il 70% della formazione prevista per legge, benché decurtata, avrebbe rischiato di perdere la copertura assicurativa per la responsabilità professionale.

Con l’effetto collaterale di mettere a rischio la già precaria tenuta del sistema sanitario. Punto senz’altro sensibile per un governo che per ovviare la questione ha disposto il rientro anticipato di due mesi dei sanitari no vax. I quali, ironia della sorte, non sembrano destinati a figurare tra i beneficiari dello sconto, visto che il testo parla esplicitamente dei sanitari “che hanno continuato a svolgere la propria attività professionale nel periodo dell’emergenza derivante dal Covid-19“.

Resta quindi da vedere come verrà tradotta in pratica la norma, che pure sposta di un anno – dal 2022 al 2023 – il termine per il conseguimento dei 100 punti di formazione Ecm obbligatoria degli operatori sanitari che rispondono a un ordine professionale. Con l’auspicio di molti che il rinvio sia anche l’occasione per rivedere i termini della formazione stessa, rendendola più aderente alle esigenze dei professionisti, per esempio facendo valere anche la formazione sul campo.

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