L’Italia non può essere considerata una “possibile garante” del processo di pace né un’”intermediaria onesta” nel conflitto in Ucraina. Lo ha dichiarato mercoledì la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, commentando durante un punto stampa le parole della premier, Giorgia Meloni, che nei giorni scorsi aveva affermato che “l’Italia è pronta a farsi garante di un eventuale accordo di pace”. Nono solo, Zakharova ha anche accusato l’Italia di fornire a Kiev “mine antiuomo“. Un’affermazione che a distanza di 24 ore viene duramente contestata dal ministro della Difesa Guido Crosetto, che definisce le parole della portavoce “completamente false, infondate e gravemente denigratorie dell’onore del nostro Paese”.
Zakharova nella sua conferenza stampa ha dichiarato: “È strano per noi ascoltare proposte di mediazione da Paesi che, fin dall’inizio dell’operazione militare speciale in Ucraina, hanno assunto una posizione anti-russa inequivocabile e molto aggressiva“, non solo sostenendo “il regime sanguinario di Kiev”, ma fornendo assistenza militare e tecnico-militare e “pompando deliberatamente in Ucraina le armi più moderne“. Infine, l’accusa più pesante: “È noto che l’Italia, insieme a una vasta gamma di armi e attrezzature militari, fornisce a Kiev mine antiuomo“.
Alle accuse secondo cui l’Italia avrebbe fornito mine antiuomo all’Ucraina ha risposto oggi il ministro Crosetto: “L’Italia ha firmato il Trattato di Messa al Bando delle Mine antiuomo (Trattato di Ottawa) il 3 dicembre 1997 ed è divenuta Stato parte del Trattato stesso il 1 Ottobre 1999. L’Italia non produce mine antiuomo e non le fornisce a nessun Paese al Mondo, Ucraina compresa”, ha sottolineato Crosetto.