Cronaca

Venezia, c’è il primo dato reale sui mega costi di manutenzione e gestione del Mose: servono almeno 650 milioni nei prossimi 11 anni

Un primo punto fermo è stato messo dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Il direttore del Dipartimento per le opere pubbliche, Ilaria Bramezza, ha infatti firmato il decreto che dichiara di pubblico interesse la proposta di partenariato pubblico privato presentata da Fincantieri il 23 settembre, che ha messo sul piatto 57 milioni all’anno, per 11 anni

Ora non sono più solo stime, ma esiste un prima cifra reale su quanto costerà la manutenzione e la gestione del Mose, il sistema di dighe mobili che devono salvare Venezia dalle acque alte. E c’è anche la conferma: si tratta di una cifra monstre. Per l’opera da oltre sei miliardi di euro, che dieci anni fa è stata una formidabile greppia di tangenti, si è strologato a lungo, ma senza dati concreti affidabili su quali saranno i costi finali non solo per assicurarne il funzionamento, ma anche per garantirne l’integrità strutturale nel tempo. Un primo punto fermo è stato messo ora dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Il direttore del Dipartimento per le opere pubbliche, Ilaria Bramezza, ha infatti firmato il decreto che dichiara di pubblico interesse la proposta di partenariato pubblico privato presentata da Fincantieri il 23 settembre.

Riguarda “la manutenzione ordinaria e straordinaria, la conservazione, l’ammodernamento e l’efficientamento del Mose per le barriere di Lido, Malamocco e Chioggia”. Fincantieri è già impegnata nella manutenzione della quarta barriera, quella di Treporti, che ha vinto attraverso una gara del costo di circa 18 milioni di euro più Iva. Gli interventi sono però ancora in una fase preliminare. Nel caso delle altre tre barriere, la società si assume il rischio della manutenzione per 57 milioni all’anno, per 11 anni. Il che significa che la manutenzione del Mose (a meno che non si presenti un altro concorrente offrendo un prezzo minore) verrà a costare 627 milioni di euro per i prossimi 11 anni, ma soltanto per tre delle quattro serie di paratoie. Se si aggiungono i 20 milioni per Treporti si arriva a 647 milioni di euro. Siccome la vita stimata dell’opera è di un secolo, moltiplicando per nove volte (5,8 miliardi di euro) si ha un’idea di quanto costerà salvare Venezia: praticamente quasi quanto è costato finora realizzare il Mose.

GARA & COMMISSIONE – Soltanto tra un paio di mesi il Provveditorato alle opere pubbliche del Triveneto o il Consorzio Venezia Nuova metterà in gara la proposta di Fincantieri, che avrà il diritto di prelazione, in quanto proponente. Si prevede la conclusione della gara per la fine del 2023. Ad occuparsi della praticabilità della proposta è stata una Commissione istituita a fine settembre e composta dai protagonisti della gestione del sistema Mose. Innanzitutto, oltre a Ilaria Bramezza, la commissaria per il Mose Elisabetta Spitz e il provveditore alle Opere Pubbliche per il Triveneto, Tommaso Colabufo. Inoltre, l’avvocato amministrativista Damiano Lipani di Roma, che è diventato uno dei consulenti della Spitz, dopo che in passato fu avversario legale del Consorzio Venezia Nuova per conto di Grandi Lavori Fincosit del gruppo Mazzi, una delle società coinvolte nello scandalo delle tangenti. A completare la commissione, Veronica Vecchi, docente alla Bocconi, esperta in partnership pubblico-private e presidente di Società Infrastrutture Milano-Cortina 2020-2026. Da loro è venuto il via libera che mette un primo punto fermo sui conti del Mose, opera che ha dimostrato di funzionare, anche se non è ultimata, né collaudata.

LE PREVISIONI DI SALVINI – Bisognerà attendere il bando di gara per capire che cosa verrà coperto da questa cifra imponente, considerando che già la manutenzione delle paratie di Treporti ha un costo, spalmato in quattro anni, di una ventina di milioni. La cifra complessiva superiore a oltre 600 milioni in 11 anni dimostra che gli interventi non si limiteranno solo a sostituire e ripulire le barriere, ma che costituiranno un pacchetto completo di gestione. Quando nel 2019 ci fu l’acqua altissima (187 centimetri) che sconvolse Venezia, il segretario leghista Matteo Salvini dichiarò: “Servono 100 milioni per la manutenzione annua”. Adesso è prevista una spesa dimezzata? No, perché oltre alla manutenzione dell’opera c’è anche il costo per il suo funzionamento, oltre a tutta una serie di interventi di salvaguardia della Laguna di Venezia. Giovanni Mazzacurati, il presidente del Consorzio che venne arrestato per le tangenti e che è morto alcuni anni fa, aveva previsto che la fase successiva al completamento del Mose sarebbe stata una ricca torta da spartirsi. A testimoniarlo ci sono le intercettazioni telefoniche, ordinate quando l’allora procuratore aggiunto Carlo Nordio (oggi ministro) faceva parte del pool dei magistrati inquirenti.

UN INCREMENTO PAUROSO – Quando Salvini fece quella previsione, ci fu il commento severo del sottosegretario Giuseppe L’Abbate del Movimento Cinque Stelle che aveva ricordato come nel 1992 il progetto di massima di manutenzione delle opere mobili avesse paragonato i costi (05-0,6 per cento) a quelli della diga sulla Schelda in Olanda, dove però le paratoie rimangono in acqua solo per il tempo necessario al loro uso. Se si teneva conto del costo del primo progetto del 1982 (710 miliardi di lire) il costo sarebbe stato di soli 5 miliardi di lire all’anno. Una bazzecola se rapportata ai costi attuali. “Nel caso di 100 milioni di euro all’anno – aveva commentato L’Abbate – l’incidenza percentuale del costo di manutenzione sarebbe dell’1,66 per cento, quasi tripla rispetto all’iniziale 0,6 per cento”. Il primo allarme fu lanciato nel 2009 dalla Sezione centrale di controllo della Corte dei Conti. I giudici avevano invitato a fare una “rigorosa” previsione. Ricordavano come nel 2002 il costo di gestione fosse stimato in circa 3 milioni di euro annui (comprensivo del personale operativo) e quello di manutenzione in 9 milioni. Totale: 12 milioni di euro. Avevano preso per buona la stima del Comune di Venezia che indicava la spesa in 50 milioni all’anno, data dal calcolo dell’1 per cento sul costo totale dell’opera, aumentato dello 0,50 per cento vista la permanenza delle paratoie in acqua.

IL CALCOLO DI TONINELLI – Nel 2019 l’allora ministro Danilo Toninelli dei Cinquestelle stimando in 95 milioni il costo annuo aveva proposto una tassa di scopo per mantenere il Mose, che però il governatore Luca Zaia aveva contestato assieme al sindaco di Venezia Luigi Brugnaro. In quel calcolo il “sistema Mose” pesava per 80 milioni di euro: 40 milioni di manutenzione vera e propria (equivalente all’impegno odierno di Fincantieri), 12 milioni per il personale e una decina di milioni per spese energetiche (con all’interno 8 milioni per le spese energetiche.