Una raccolta firme a nome di Livia Ghetti, direttrice tecnica regionale in Emilia Romagna, in cui le Tecniche di ginnastica ritmica mostrano "vicinanza e solidarietà alle Farfalle e alla direttrice tecnica della nazionale", deferita dalla giustizia sportiva e indagata a Monza per i presunti abusi e maltrattamenti nell’Accademia di Desio
Una petizione “a sostegno della ginnastica ritmica italiana”. Potrebbe sembrare un’iniziativa per mostrare vicinanze alle atlete che hanno denunciato gli abusi e le vessazioni psicologiche subite, finite al centro di un’inchiesta sportiva e di due fascicoli d’indagini, uno a Monza e uno a Brescia. E magari per ricordare che la ginnastica ritmica è molto altro e non c’entra con l’ossessione per la forma fisica e la dieta. Invece no: dietro questa raccolta firme lanciata su change.org c’è l’aperto sostegno a Emanuela Maccarani, la direttrice tecnica della Nazionale azzurra delle Farfalle, finita sul registro degli indagati della Procura di Monza per i presunti abusi e maltrattamenti nell’Accademia di Desio e per gli stessi motivi deferita dalla procura sportiva della Federginnastica insieme alla sua assistente Olga Tishina.
La petizione – che nel momento in cui scriviamo ha superato le 350 sottoscrizioni – è firmata da Livia Ghetti, direttrice tecnica regionale in Emilia Romagna e anche giudice internazionale. “Le Tecniche di ginnastica ritmica – si legge sotto alla petizione – desiderano con questa lettera dimostrare la loro vicinanza e solidarietà alle Farfalle della Nazionale italiana, alla nostra DTN e responsabile della squadra prof.ssa Emanuela Maccarani e a tutti i componenti dello Staff azzurro che in questo periodo stanno guardando al loro futuro con sconforto e apprensione, a seguito delle procedure legali in corso”. Così vengono definite le denunce di due ragazze che a Desio si sono allenate e in Procura hanno raccontato nel dettaglio il contesto nel quale gli abusi si sono verificati. In particolar modo le testimonianze parlano di umiliazioni subite riguardo il loro aspetto fisico e la violenza psicologica perpetuata attraverso un controllo esasperato del peso.
Senza dimenticare che dopo le loro denunce, altre ex atlete hanno avuto il coraggio di parlare. Change The Game, l’organizzazione di volontariato impegnata a proteggere atlete e atleti, ha raccolto ben 200 denunce arrivate da tutta Italia. Chiara Niccolini, ex atleta, fisioterapista e oggi allenatrice di ginnastica ritmica, ha raccontato la sua storia a ilfattoquotidiano.it e ha sottolineato come nella sua carriera ” ho spesso visto agire in questo modo e tante mie avversarie in gara mi raccontavano le stesse cose. Non è il problema di pochi: è il problema di una mentalità”. E ha aggiunto: “Non dobbiamo avere paura che la ginnastica ritmica possa essere impoverita dalle denunce, temendo che i genitori non porteranno le atlete in palestra. Io penso che chi lavora bene non debba avere nessun tipo di paura“.
La lettera allegata a petizione invece sembra preoccuparsi solo dei futuri risultati sportivi delle Farfalle: “Riteniamo che sia fondamentale per tutta la grande famiglia della Ginnastica italiana tutelare e sostenere l’attività di questa Squadra che da decenni onora con eccezionali risultati il nostro Paese e la nostra disciplina e che rappresenta un modello e una scuola ormai affermata e ammirata in tutto il mondo. Questi straordinari risultati sono giunti non soltanto sotto la guida della nuova Direzione Tecnica, in carica dal 2018, ma anche negli ultimi vent’anni con la precedente Direzione”, si legge. Per questo le allenatrici chiedono sostegno anche dal “Consiglio Federale, per far si che non si vanifichi e che non vada perso l’incommensurabile lavoro della Squadra Nazionale di ginnastica ritmica”.
Emanuela Maccarani e la sua assistente sono accusate dalla procura federale di “metodi di allenamento non conformi ai doveri di correttezza e professionalità, ponendo in essere pressioni psicologiche e provocando in alcune ginnaste l’insorgere di disturbi alimentari e psicologici“. Subito dopo l’iscrizione nel registro degli indagati, la stessa Maccarani sentita da LaPresse aveva chiarito: “Aspetto la chiusura delle indagini e mi attengo al silenzio come fatto fin d’ora. Più avanti sarò lieta di dire la mia, sperando che le indagini siano rapide nell’interesse mio e soprattutto delle ginnaste”. Nel frattempo sta proseguendo il suo lavoro da direttrice tecnica della nazionale: le ‘Farfalle’ hanno ripreso gli allenamenti il 2 gennaio a Desio (che dopo il caso delle denunce delle ex atlete è stata commissariata), in preparazione dei prossimi impegni internazionali.