La normativa attuale consente il risarcimento economico ai familiari solo quando a subire l’infortunio mortale è il principale percettore del reddito. "Questa regola è vigente da troppo tempo per sopravvivere ancora nel nostro Ordinamento e ha riguardato tante altre famiglie in questi anni", dice la ministra. "Va cambiata immediatamente e lo faremo con il prossimo decreto a cui stiamo lavorando in questi giorni, primo veicolo normativo utile"
La ministra del Lavoro, Marina Calderone, promette modifiche alla norma per cui i genitori del 18enne Giuliano De Seta, tragicamente morto lo scorso settembre in durante un periodo di alternanza scuola-lavoro in azienda a Noventa di Piave (Venezia), non saranno risarciti da Inail. “Avevo già convocato per il 12 gennaio un tavolo tecnico sulla sicurezza sul lavoro e sui correttivi più urgenti alla normativa al quale parteciperanno tutte le parti sociali e datoriali, i ministri dell’Università e quello dell’Istruzione, l’Inail e l’Ispettorato nazionale del Lavoro. L’emergenza infortuni sul lavoro è prioritaria nella mia agenda”, scrive in una nota.
Il “vulnus normativo esistente”, lo definisce Calderone, suscita “profonda ingiustizia” perché “consente il risarcimento economico ai familiari solo quando a subire l’infortunio mortale è il principale percettore del reddito. Questa regola è vigente da troppo tempo per sopravvivere ancora nel nostro Ordinamento e ha riguardato tante altre famiglie in questi anni. Va cambiata immediatamente e lo faremo con il prossimo decreto a cui stiamo lavorando in questi giorni, primo veicolo normativo utile”.
“Quando muore un giovane durante un periodo di alternanza scuola-lavoro in azienda è una grave sconfitta per il sistema creato a protezione della vita di ogni lavoratore”, è il suo commento. “Ai genitori va tutta la mia vicinanza come Ministro del lavoro e delle politiche sociali e come mamma, consapevole che nessun risarcimento economico potrà mai lenire il loro dolore”.