Oltre 170 miliardi di dollari, una cifra di poco inferiore al Pil di Paesi come il Qatar o l’Ungheria. È quanto è costata nel 2022 la crisi climatica mondiale. Almeno secondo le stime dell’ong britannica Christian Aid, che ha raccolto i dati sugli edifici e i terreni distrutti nei dieci disastri ambientali peggiori dello scorso anno. Dall’Uragano Ian, che a ottobre ha travolto Cuba e il sud degli Stati Uniti, mandando in fumo in pochi giorni 100 miliardi di dollari, alle alluvioni in Pakistan, che hanno causato più di 1.700 vittime e per le quali si ipotizza un costo totale di 30 miliardi di dollari. I numeri però potrebbero essere ancora più alti, soprattutto per i Paesi in via di sviluppo: il conto riguarda solo le proprietà coperte da assicurazione. Negli anni a venire, spiega il report della ong, la situazione potrebbe peggiorare: senza una drastica diminuzione delle emissioni di CO2, fenomeni più intensi e frequenti potrebbero avere conseguenze ancora più dure per milioni di persone, rispetto ai disastri del 2022.

La tempesta Eunice – Alberi sradicati, case scoperchiate e milioni di persone senza elettricità, con venti che hanno toccato i 196 km/h. Sono queste le immagini che sono rimaste della tempesta Eunice, un forte ciclone extratropicale a febbraio 2022 ha colpito l’Europa centrale. In Belgio, Olanda, Germania, Polonia, Irlanda e Regno Unito si sono contati 16 morti e più di 4,3 miliardi di euro di danni.

Inondazioni nell’est dell’Australia – Tra la fine di febbraio e l’inizio di aprile 2022 piogge intense hanno sommerso le regioni del Queensland meridionale del New South Wales settentrionale. In una settimana sono cadute le precipitazioni distribuite solitamente in un anno. A Sidney in un giorno è caduto un mese di pioggia. Ci sono state 27 vittime, 60 mila sfollati e 7,5 miliardi di euro di danni.

Inondazioni in Sudafrica – Ad aprile, diversi giorni di piogge intense hanno causato allagamenti e smottamenti in Sudafrica. Le vittime sono state 459, mentre sfollati più di 40 mila, tanto che il presidente Cyril Ramaphosa ha dichiarato lo stato di calamità nazionale. Le inondazioni hanno interrotto le esportazioni verso la Cina dal porto di Durban e distrutto 45 mila auto appena prodotte nello stabilimento locale di Toyota. In tutto si sono contati più di 3 miliardi di euro di danni.

Inondazioni in Pakistan – Le piogge che hanno sommerso il Pakistan a giugno 2022, durante la stagione dei monsoni, hanno lasciato senza casa 7 milioni di persone e causato danni per oltre 30 miliardi di dollari, di cui solo 5,6 miliardi coperti dall’assicurazione. Le inondazioni hanno spazzato via 1,1 milioni di capi di bestiame e 9,4 milioni di acri di raccolti, riducendo in povertà almeno 15 milioni di persone, secondo la Banca Mondiale.

Inondazioni in Cina – Durante la stagione delle piogge, in estate, i livelli dell’acqua hanno toccato in alcune regioni il livello massimo degli ultimi 50 anni. Le esondazioni di alcuni fiumi hanno distrutto strade e case, interrotto le attività di diverse fabbriche nel polo di Shaoguan e costretto all’evacuazione milioni di persone. In tutto si contano 12,3 miliardi di euro di danni.

Siccità in Europa – Per l’Europa quella del 2022 è stata l’estate della siccità, costata 20 miliardi di dollari. Le temperature hanno toccato i 40 gradi perfino nel Regno Unito. I fiumi Po (Italia), Loira (Francia) e Reno (Germania) hanno toccato livelli drammaticamente bassi, con gravi conseguenze per agricoltura, allevamenti e funzionamento delle centrali idroelettriche. Secondo il gruppo World Weather Attribution, scenari simili diventeranno fino a 6 volte più probabili con il progredire della crisi climatica.

Uragano Fiona – Da Porto Rico, alla Repubblica Dominicana e alle Isole Bermuda nel mar dei Caraibi, fino al Canada. L’Uragano Fiona, a settembre 2022, è stato il ciclone tropicale più intenso che abbia mai colpito il Paese, con venti di oltre 187 km/h, mareggiate con onde fino a 12 metri e piogge intense. Durante il suo percorso ha provocato black out dell’elettricità e danni alla rete idrica, oltre a 25 morti e a 13 mila sfollati. I suoi costi superano i 3 miliardi di dollari.

Uragano Ian – Tra Cuba e la Florida ha fatto contare circa 100 miliardi di dollari di danni. Con 130 vittime e 40mila sfollati, l’Uragano Ian è il secondo ciclone più distruttivo della storia degli Stati Uniti, secondo solo a Katrina del 2005. I suoi venti hanno superato i 241 km/h, devastando le spiagge e allagando intere città.

Siccità in Cina – Le alte temperature, durante tutto lo scorso anno (eccetto nella stagione delle piogge), hanno messo diverse aree del Paese in condizioni di siccità, con danni economici che hanno toccato 8,4 miliardi. I bassi livelli del fiume Yangtze, il più grande in Cina, hanno rallentato la fornitura di energia idroelettrica alle fabbriche e ai locali della città di Sichuan. Quasi prosciugato anche il lago Poyang, al centro.

Siccità in Brasile – Le precipitazioni ridotte e il caldo estremo hanno causato 4 miliardi di dollari di perdite agricole in Brasile, con il settore che rappresenta il 7% del Pil. Questo è il terzo anno consecutivo di siccità nel Paese, con effetti sulla produzione di caffè, mais e soia. I bassi livelli del Rio delle Amazzoni hanno messo in crisi la pesca e la fornitura di energia idroelettrica nel nord.

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