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Congo, padre Zanotelli: “Rompiamo il silenzio sul genocidio in atto: l’immensa ricchezza mineraria ha già fatto 12 milioni di morti”

L’occasione per dare voce al Paese africano è nata dalla recente visita a Napoli del noto ginecologo Denis Mukwege, premio Nobel per la pace che ha raccontato la drammatica situazione in cui vive il suo popolo

“Rompiamo il silenzio sul Congo. In quel Paese c’è in atto un genocidio e c’è il rischio che possa scoppiare la seconda guerra internazionale africana, ma nessuno ne parla”. A lanciare questo appello è padre Alex Zanotelli, 84 anni di cui dodici trascorsi a Korogocho, la più grande baraccopoli del Kenya.

Oggi il comboniano che è stato anche direttore di Nigrizia denunciando gli interessi dell’Italia nelle guerre del continente nero, vive in un campanile della chiesa del rione Sanità di Napoli, ma non dimentica ciò che avviene fuori dal nostro Paese e soprattutto in Africa dove ha fatto il missionario anche in Sudan dal 1965 al 1973. “È incredibile notare quanto sia abbondante l’informazione sulla guerra ucraina e quanto silenzio ci sia su quella in Congo, ma anche su tanti altri conflitti africani dimenticati, come quello in Sud Sudan”, spiega padre Zanotelli. L’occasione per dare voce al Congo è nata dalla recente visita a Napoli del noto ginecologo Denis Mukwege, premio Nobel per la pace che ha raccontato la drammatica situazione in cui vive il suo popolo.

“In Congo – dice Zanotelli – c’è una guerra che dura da sessant’anni e ha già fatto dodici milioni di morti. E tutto questo per l’immensa ricchezza mineraria di questo Stato che è diventata la sua maledizione. In quel Paese, infatti, ci sono i minerali essenziali per l’high-tech come il coltan (80% della produzione mondiale), il cobalto, il litio, (e molti altri) che sono elementi fondamentali per i nostri telefonini, per le pile elettriche delle nostre auto. Tutti questi minerali, frutto, spesso, del lavoro dei bambini, non passano per Kinshasa, la capitale del Congo, ma vengono trasferiti illegalmente in Uganda e in Rwanda, per entrare poi nel circuito internazionale. A guadagnarci sono soprattutto l’Occidente e le multinazionali, ma a perderci è il Congo, classificato come il terzo Paese più povero del mondo”.

Oggi il Ruanda sta facendo guerra al Congo per annettere le confinanti province dell’Ituri e del Nord Kivu, ricche di questi minerali. Lo fa tramite il Movimento 23 marzo che sta avanzando verso Goma, il capoluogo del Nord- Est. A fronteggiare questa spaventosa situazione ci sono l’esercito Congolese e la missione Onu per la stabilizzazione del Congo. Non solo, ora anche il Kenya ha inviato, in nome della comunità dell’Africa Orientale, novecento soldati keniani. Tutto questo ha indotto mezzo milione di congolesi a fuggire nei Paesi vicini e sei milioni a cercare rifugio in altre parti del Congo.

“La situazione – dice padre Zanotelli – è talmente grave che molti temono che possa scoppiare la seconda guerra internazionale africana. Non dimentichiamoci che dietro alle forze in campo in Congo ci sono le grandi potenze: Usa, Ue, ma anche la Russia e soprattutto la Cina. In questo contesto è provvidenziale il viaggio apostolico di Papa Francesco in Congo e nel Sud Sudan, annullato lo scorso luglio a causa dei problemi al ginocchio. Non si vuol parlare di genocidio perché l’Occidente ha troppi interessi in quel Paese! E questa crudeltà può cessare solo se intervengono le democrazie occidentali”.