L'addio all'ex attaccante, morto a 58 anni per un tumore al pancreas, tiene insieme in modo trasversale mondi apparentemente lontani. E anche questo racconta chi era l'uomo prima che il calciatore
Il mondo del calcio, ma anche la politica e i medici che lo hanno accompagnato durante i tentativi di arginare la malattia. L’addio a Gianluca Vialli, morto a 58 anni per un tumore al pancreas, tiene insieme in modo trasversale mondi apparentemente lontani. E anche questo racconta chi era l’uomo prima che il calciatore. “Una leggenda italiana, ci mancherai Gianluca”, ha scritto la Fifa per ricordare l’ex attaccante di Cremonese, Sampdoria, Juventus e Chelsea. “Gianluca era una splendida persona e lascia un vuoto incolmabile, in Nazionale e in tutti coloro che ne hanno apprezzato le straordinarie qualità umane”, il messaggio di cordoglio del presidente della Figc Gabriele Gravina. Tre settimane fa Vialli aveva annunciato la necessità di sospendere temporaneamente i suoi impegni con la Nazionale per “utilizzare tutte le energie psico-fisiche per aiutare il mio corpo a superare questa fase della malattia”.
Non ci è riuscito, spegnendosi nelle scorse ore a Londra, dove davanti al Royal Marsden Hospital è comparsa una sciarpa della Sampdoria. Il calcio italiano ed europeo è un profluvio di tweet e messaggi per salutare l’ex calciatore, poi allenatore quindi analista in tv e capodelegazione della Nazionale italiana. “C’è già chi ti immagina tra Paolo e Vuja, felici di riabbracciarti ma altrettanto stupiti di rivederti così presto. Sì, presto Luca. Troppo presto – ha scritto la Sampdoria in una lunga lettera – Dicono che non si sia mai pronti per salutare un compagno di viaggio e, purtroppo, è davvero così. Il tuo compagno di viaggio – come avevi deciso di chiamarlo – ti ha fatto scendere dal treno a 58 anni, strappando infame il tuo biglietto per nuovi orizzonti e traguardi”.
Tanti i ricordi anche di chi era sul fronte opposto: “Ciao Gianluca. Avversario leale, campione da ammirare in campo e nella vita”, ha scritto il Genoa sui social ricordando la bandiera della Sampdoria, con cui vinse uno scudetto e una Coppa Uefa negli Anni novanta accanto al “gemello” Roberto Mancini, poi ritrovato nello staff dell’Italia che ha trionfato nell’Europeo 2020. Per Javier Zanetti, Vialli è “stato classe, eleganza, rispetto. In campo e fuori, ogni giorno. Il tuo sorriso resterà per sempre. Riposa in pace, Gianluca”, ha scritto l’ex difensore e ora manager dell’Inter. “Sei stato un gigante in campo e fuori. Mancherai a tutti”, è stato il ricordo di Franco Baresi. Antonio Conte, tecnico del Tottenham ed ex compagno di squadra con la maglia della Juventus, ha deciso di non partecipare alla conferenza stampa pre-partita. Alessandro Del Piero, che con Vialli aveva vinto la Champions in maglia bianconera, lo ha ricordato con un messaggio semplice: “Nostro Capitano. Mio Capitano. Sempre. Ciao Luca”. Un ricordo anche da Carlo Ancelotti: “Ciao amico mio”.
Un profluvio di messaggi è arrivato dalla politica. “Non dimenticheremo i tuoi i gol, le tue leggendarie rovesciate, la gioia e l’emozione che hai regalato all’intera nazione in quell’abbraccio con Mancini dopo la vittoria dell’Europeo. Ma non dimenticheremo soprattutto l’uomo. A Dio Gianluca Vialli, Re Leone in campo e nella vita”: così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha ricordato Vialli. Che per il commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni, era un “grande campione” e un “maestro di calcio”. Un ricordo anche dalla Fondazione Umberto Veronesi, impegnata nella ricerca contro il cancro: “Salutiamo Gianluca Vialli con le parole che lui ha dedicato ai nostri ricercatori e alle nostre ricercatrici solo pochi mesi fa. Ci stringiamo alla sua famiglia in questo momento”, ha scritto la Fondazione riportando come l’ex attaccante lo scorso 12 maggio aveva scritto: “Ai ricercatori dico: forza e coraggio, ragazzi. Abbiamo bisogno di voi”.