In Germania le vendite dei rossetti sono salite alle stelle. Secondo quanto riporta Repubblica, che cita il giornale tedesco Taggesspiegel, addirittura nel 2022 la vendita di cosmetici di Berlino è esplosa del 16% e i rossetti venduti negli ultimi 12 mesi sono stati otto milioni, contro i sei del 2021. Un trend opposto rispetto a quello degli ultimi anni, complice anche l’effetto mascherina, che però non fa ben sperare gli economisti.
Il boom di vendite, infatti, si può spiegare, secondo gli esperti e secondo il Tagesspiegel, in modo semplice: chi non riesce a comprarsi una macchina o una casa si concede piccoli lussi quotidiani, come, appunto, i rossetti. E quindi l’exploit delle vendite non è altro, in realtà, che un segnale di crisi, di recessione. Un fenomeno che ha addirittura acquisito un nome negli anni: lipstick effect, letteralmente, effetto rossetto.
Ma cos’è il lipstick effect? Per capirlo bisogna fare un leggero passo indietro fino alla caduta delle Torri Gemelle (2001). Fu allora che l’imprenditore e allora capo del noto brand Estée Lauder, Leonard Alan Lauder, si accorse che, nonostante l’economia fosse in recessione, negli Stati Uniti si registrava una leggera crescita nella vendita dei cosmetici.
Ma, come riporta Vogue, non è il solo caso. Andando ancora di più a ritroso è possibile notare un simile fenomeno anche tra il 1929 e il 1933, dopo il martedì nero di Wall Street, nel peggior periodo di recessione: la produzione industriale negli Stati Uniti si dimezzò, ma le vendite dei cosmetici no, anzi, addirittura crebbero del 25%.
Come ogni “regola” che si rispetti, negli anni si è verificata anche la sua eccezione: il lockdown. Durante il periodo di pandemia da Covid-19, in Italia i rossetti registrarono un crollo delle vendite, mentre crebbero i consumi dei prodotti per la skin care e per il trattamento dei capelli. Il motivo? Con ogni probabilità il cosiddetto “effetto mascherina”: essendo obbligatorio indossarla veniva meno spontaneo truccare viso e bocca. Secondo un’analisi condotta da Cosmetica Italia, comunque, questo periodo di “recessione” del rossetto, riporta sempre Vogue, è terminato con il ritorno alla semi-normalità. Dopo lo stop all’obbligo di mascherine le vendite sono aumentate dell’11,8%.