Silvia Panzeri rimarrà agli arresti domiciliari. Lo hanno deciso i giudici della Corte d’Appello di Brescia, che hanno rigettato la richiesta avanzata dai difensori, Angelo De Riso e Nicola Colli. Gli avvocati avevano chiesto ai giudici di rimettere in libertà la loro assistita o di concederle l’obbligo di firma, in quanto ha necessità di esercitare la sua professione di avvocato. I giudici, però, hanno ritenuto che la misura dei domiciliari disposta dai loro colleghi in esecuzione del mandato di arresto europeo sia corretta in attesa della decisione, prevista in tempi ravvicinati, sulla consegna chiesta dal Belgio.

Prima di consegnare la figlia di Pier Antonio Panzeri alla procura federale di Bruxelles, infatti, gli avvocati avevano chiesto di verificare le condizioni delle carceri del Belgio. Nei giorni scorsi, però, l’udienza davanti alla Corte d’Appello di Brescia è durata solo pochi minuti ed è stata rinviata al 16 gennaio: mancavano, infatti, i documenti sullo stato dei penitenziari belgi, quindi è tutto rimandato al 16 gennaio prossimo.

Per il giudice belga Michel Claise, Silvia Panzeri e la madre Maria Dolores Colleoni – su cui pende il ricorso della difesa in Cassazione dopo il sì alla consegna al Belgio – sembrano essere “pienamente consapevoli delle attività” dell’ex eurodeputato del Pd, finito al centro dell’inchiesta sulle mazzette pagate dal Qatar e dal Marocco per influenzare le decisioni del Parlamento Europeo.

Nell’ambito dell’indagine gli investigatori del Belgio hanno ottenuto anche il sequestro dei conti italiani di Silvia Panzeri, con il congelamento di circa 200mila euro. Denaro, che per i legali della donna, sarebbero “compensi, frutto della sua attività professionale”. Gli avvocati De Riso e Colli, infatti, hanno impugnato il sequestro disposto dal gip di Bergamo in seguito all’istanza avanzata dalla Procura in esecuzione di un ordine di investigazione europeo. I due legali ritengono nel che provvedimento ci siano “vizi” e ne discuteranno, senza però entrare nel merito della vicenda, davanti al Tribunale del Riesame bergamasco.

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