Ore 14, Richneck Elementary School di Newport News, cittadina di 185mila anime della Virginia, a una settantina di chilometri da Richmond. Un bambino di sei anni che frequenta la prima elementare ha estratto una pistola in classe, l’ha puntata contro la maestra e ha sparato un colpo, ferendola in modo grave. Scatenando il panico in tutti gli Stati Uniti, che pure sui temi della violenze e degli abusi sull’uso delle armi negli anni hanno pianto centinaia di morti. La maestra, sui 30 anni, è in pericolo di vita, anche se nelle ore successive al ricovero le sue condizioni sono leggermente migliorate.

Drammatico il racconto di alcuni genitori, le uniche testimonianze che finora sono filtrate alla stampa. La signora Brown, 32 anni, citata dal New York Times, è stata investita dal terrore quando ha ricevuto la chiamata sul cellulare dal figlio, che parlava da un’altra classe. “Mi ha sconvolto sentire quei bambini che urlavano in preda al panico. Tutto quello che sapevano era che c’era qualcuno che sparava nella scuola ma non sapevano dove fosse”, ha raccontato la madre, che ovviamente avrà pensato a uno dei tanti episodi di attacco armato a una scuola ai quali l’America in 25 anni si è quasi assuefatta. Brown è rimasta al telefono con il figlio tutto il tempo, cercando di confortarlo. “Vedrai che andrà bene”, gli ha detto”. Joselin Glover, il cui figlio di 9 anni è in quarta elementare alla Richneck, ha raccontato al giornale The Virginian-Pilot di aver ricevuto una nota dalla scuola in cui si diceva che nella scuola di suo figlio una persona era stata ferita e un bambino era stato fermato. “Il mio cuore si è fermato”, ha detto, “e sono andata nel pallone, terrorizzata dall’idea che quella persona potesse essere il mio bambino”. Il figlio Carlos, racconta, stava facendo la ricreazione, ma i suoi compagni di classe erano tutti rintanati nell’aula. “Quasi tutti stavamo piangendo”, ha raccontato la donna.

Il capo della polizia Drew ha detto che il personale scolastico è stato efficiente nel portare tutti, studenti e insegnanti, in palestra.
Il bambino, ha detto Drew, è stato immediatamente portato in custodia alla locale stazione di polizia, dove si cerca di capire come si sia procurato l’arma e, sottinteso, se la famiglia abbia avuto un ruolo. Le leggi della Virginia, ricordano i media americani, non prevedono la perseguibilità di un bambino di sei anni, anche se esiste la possibilità di togliere per via giudiziaria i figli dalla custodia di genitori che si rivelino inadempienti o corresponsabili per colpa in episodi di questa gravità.

L’episodio promette di rinfocolare la polemica fra la lobby delle armi e suoi difensori e chi ne vuole limitare l’uso. L’impressione è che la vicenda sia talmente inusuale, oltre che grave, che nessuno sappia esattamente cosa fare. “Le autorità sono in contatto con gli avvocati per capire come procedere”, ha detto Drew.

Eppure qualcosa va fatto. Il sovrintendente scolastico di Newport News, George Parker, in conferenza stampa ha detto che “bisogna tenere le armi fuori dalla portata delle mani dei nostri piccoli”. “Non posso controllare l’accesso alle armi“, ha proseguito il sovrintendente Parker, “e neanche i miei insegnanti possono controllare l’accesso alle armi”, aggiungendo che la scuola elementare Richneck resterà chiusa lunedì “per consentirci di lavorare sulla salute mentale del nostro personale e dei nostri alunni”. Alla fine Parker ne trae l’unica lezione possibile, a caldo: “Oggi i nostri alunni hanno imparato una lezione sulla violenza delle armi e su come le armi possano sconvolgere non solo l’ambiente scolastico, ma anche una famiglia, una comunità”.

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