All’Angelus della festa del battesimo di Gesù Papa Francesco ha risposto indirettamente alle polemiche suscitate, subito dopo la morte di Ratzinger, dalle dichiarazioni del segretario particolare di Benedetto XVI, l’arcivescovo Georg Gänswein, che ha attaccato duramente Bergoglio
“Il chiacchiericcio è un’arma letale: uccide, uccide l’amore, uccide la società, uccide la fratellanza. Chiediamoci: io sono una persona che divide o una persona che condivide?”. All’Angelus della festa del battesimo di Gesù, recitato con i numerosi fedeli presenti in piazza San Pietro, Papa Francesco ha risposto indirettamente alle polemiche suscitate, subito dopo la morte di Ratzinger, dalle dichiarazioni del segretario particolare di Benedetto XVI, l’arcivescovo Georg Gänswein, che ha attaccato duramente Bergoglio. “Fratelli e sorelle, – ha affermato il Papa – noi abbiamo paura a pensare a una giustizia così misericordiosa. Andiamo avanti: Dio è misericordia. La giustizia sua è misericordiosa. Lasciamoci prendere per mano da lui. Noi pure, discepoli di Gesù, siamo chiamati a esercitare in questo modo la giustizia, nei rapporti con gli altri, nella Chiesa, nella società: non con la durezza di chi giudica e condanna dividendo le persone in buone e cattive, ma con la misericordia di chi accoglie condividendo le ferite e le fragilità delle sorelle e dei fratelli, per rialzarli. Vorrei dirlo così: non dividendo, ma condividendo. Non dividere, ma condividere. Facciamo come Gesù: condividiamo, portiamo i pesi gli uni degli altri invece di chiacchierare e distruggere, guardiamoci con compassione, aiutiamoci a vicenda. Chiediamoci: io sono una persona che divide o condivide? Pensiamo un po’: io sono discepolo dell’amore di Gesù o un discepolo del chiacchiericcio, che divide?”.
Parole eloquenti che seguono quelle che Francesco aveva pronunciato recentemente nell’omelia della messa della solennità dell’Epifania: “Adoriamo Dio e non il nostro io; adoriamo Dio e non i falsi idoli che ci seducono col fascino del prestigio e del potere, con il fascino delle false notizie; adoriamo Dio per non inchinarci davanti alle cose che passano e alle logiche seducenti ma vuote del male”. Affermazioni che erano arrivate proprio mentre incominciavano a diffondersi le prime anticipazioni del libro scritto dal segretario del Papa emerito insieme con il vaticanista Saverio Gaeta. Si intitola “Nient’altro che la verità. La mia vita al fianco di Benedetto XVI” (Piemme). Nel volume, monsignor Gänswein rivolge pesanti accuse a Francesco, soprattutto per averlo sollevato di fatto, all’inizio del 2020, dal ruolo di prefetto della Casa Pontificia, rendendolo, come scrive nel testo, un “prefetto dimezzato”. Il presule rappresenta una vera e propria contrapposizione tra il Papa regnante e l’emerito che, nei quasi dieci anni della loro coabitazione serena in Vaticano, non c’è mai stata. Dopo le dimissioni, Benedetto XVI scrisse al teologo svizzero Hans Küng: “Sono grato di poter essere legato da una grande identità di vedute e da un’amicizia di cuore a Papa Francesco. Io oggi vedo come mio unico e ultimo compito sostenere il suo pontificato nella preghiera”.
All’Angelus, inoltre, Bergoglio ha voluto rivolgere nuovamente un pensiero all’Ucraina: “Non dimentichiamo i nostri fratelli e sorelle ucraini! Soffrono tanto per la guerra! Questo Natale in guerra, senza luce, senza caldo, soffrono tanto! Per favore, non dimentichiamoli. E oggi, vedendo la Madonna che porta il bambino nel presepio, che lo allatta, penso alle mamme delle vittime della guerra, dei soldati che sono caduti in questa guerra in Ucraina. Le mamme ucraine e le mamme russe, le une e le altre hanno perso i figli. Questo è il prezzo della guerra. Preghiamo per le mamme che hanno perso i figli soldati, siano ucraine siano russe”. Con un ricordo particolare, infine, per i bambini battezzati, prima dell’Angelus, come tradizione, nella Cappella Sistina: “Rinnovo a tutti, a me per primo, l’invito a festeggiare la data in cui siamo stati battezzati, in cui cioè siamo diventati cristiani”.
Twitter: @FrancescoGrana