Una busta con un proiettile e la ‘A’ di anarchia tracciata sul foglio: un messaggio facilmente interpretabile, quello recapitato una decina di giorni fa al procuratore generale di Torino, Francesco Saluzzo. Il magistrato, insieme al pubblico ministero Paolo Scafi, sostiene l’accusa al processo in Corte d’assise d’appello di Torino contro l’anarchico Alfredo Cospito, recluso in regime di carcere duro, e per il quale è stato richiesto l’ergastolo e 12 mesi di isolamento diurno per l’attentato alla Scuola allievi dei carabinieri di Fossano, nel Cuneese, nel 2005. Le indagini sul proiettile inviato al procuratore generale Saluzzo sono condotte dalla Digos di Torino e coordinate dalla procura di Milano, competente per i fatti che coinvolgono i magistrati torinesi.

Un mese fa, nel secondo processo d’appello a Cospito e alla sua compagna Anna Beniamino per la riformulazione della pena, i giudici hanno deciso di inviare gli atti alla Corte Costituzionale, accogliendo la questione di legittimità sull’attenuante per la “tenuità del fatto”, non essendoci state vittimeferiti, rispetto al reato di strage politica, prospettato per Cospito e Bienamino, dopo la richiesta della Cassazione di riformulare la pena perché il fatto non sarebbe inquadrabile come “strage comune”, reato per il quale i due erano stati condannati una prima volta in appello a 20 e 16 anni di carcere.

A ottobre Cospito ha iniziato lo sciopero della fame per contestare l’applicazione del regime di 41-bis deciso nel corso del 2022 perché nel corso della detenzione (l’anarchico sta anche scontando una condanna per la gambizzazione del manager di Ansaldo, Roberto Adinolfi) ha inviato, come spiegato dall’allora ministra della Giustizia Marta Cartabia, “numerosi messaggi” ai “compagni anarchici” che sono stati “invitati esplicitamente a continuare la lotta contro il dominio, particolarmente con mezzi violenti ritenuti più efficaci”. Negli scorsi giorni, 38 giuristi e intellettuali hanno firmato un appello per chiedere al ministro Carlo Nordio e al governo di interrompere il carcere duro per Cospito che sarebbe a “un passo dalla morte” avendo perso 35 chili ed essendo in carenza di potassio necessario per il corretto funzionamento dei muscoli involontari tra cui il cuore.

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