Bimbo tetraplegico a causa del parto, la famiglia ottiene in primo grado risarcimento da oltre 2 milioni

Tetraplegico e alimentato artificialmente con una continua necessita di un’assistenza. Il bambino, 11 anni, però era sano e la sua disabilità sarebbe stata causata dal parto. La famiglia, che ha intentato la causa contro la struttura sanitaria, ha ottenuto un risarcimento di oltre 2 milioni di euro. La sentenza di primo grado, come riporta Il Messaggero, è stata emessa dal tribunale di Ancona, competente rispetto all’ospedale di San Severino Marche, dove nel 2011 è nato il bambino. La famiglia, originaria dell’Umbria e trasferitasi nelle Marche per lavoro, assistita dall’avvocato Cristiana Olivieri, ha chiesto il risarcimento all’Azienda Sanitaria Unica Marche dopo le conclusioni presenti nella consulenza tecnica d’ufficio resa dal collegio medico composto da un ginecologo e da un medico legale.

Secondo la famiglia, nonostante fosse emersa una situazione di sofferenza fetale, il personale medico aveva deciso di scartare la possibilità di un parto cesareo, optando per quello naturale, utilizzando la ventosa per facilitare l’uscita del bambino. Ma il piccolo aveva il cordone ombelicale attorno al collo e, quando è venuto alla luce, non respirava. “Il bambino, nato con un giro di cordone ombelicale intorno al collo presentava al primo minuto ipotonia ed assenza di attività respiratoria e cardiaca, tanto che venne intubato e sottoposto a massaggio cardiaco a seguito del quale, al secondo minuto, la frequenza cardiaca riprendeva” si legge nella relazione dei periti. L’invalidità del bimbo sarebbe stata determinata dalla mancanza di ossigeno prolungata mentre avveniva il parto con ventosa e con il cordone ombelicale stretto intorno al collo del nascituro. Dal canto suo, l’Asur ha sempre parlato di tragica fatalità, negando il nesso causale tra la condotta tenuta dal personale medico e il danno patito dal bambino.