Se la via del martirio porta alla santità credo che Giuliano De Seta dovrebbe essere fatto “Santo”. La sua famiglia non riceverà il risarcimento Inail, ma questo non mi sembra il punto, tra l’altro non l’ha nemmeno richiesto. Fa pensare però una norma che prevede il risarcimento se uno ha almeno due figli, una norma che oltre a essere ridicola sembra pensata come minimo per risparmiare visto il preoccupante calo demografico in Italia.
Ma quello che mi ha colpito di più è la dignità con la quale questa famiglia sta portando avanti la richiesta di giustizia per questo figlio morto il primo giorno di alternanza scuola lavoro è la stessa dignità dei genitori di Giulio Regeni e per i non più giovani di quelli di Roberto Franceschi: chiedono chiarezza e giustizia, chiedono che la morte dei loro figli serva a evitare altre morti non solo sul lavoro.
La richiesta di santificazione immediata avviene invece dai partecipanti alle esequie di Papa Benedetto, che nonostante le ultime volontà del defunto, di una cerimonia semplice, si sono svolte come dice Mario Tronti in un bell’articolo su il Foglio del 5 gennaio, in stile da famiglia reale inglese in un clima da stadio, tra tifosi di uno dei due Papi. Già si annunciano rivelazioni, libri e roghi di carte. Da parte mia continuerò a tenere alto il ricordo di quel ragazzo (che con attenzione e affetto l’Espresso di poco tempo fa ha eretto a uomo dell’anno) simbolo di una generazione che cerca lavoro e trova la morte sul lavoro.