Gli avvocati delle due donne, Angelo De Riso e Nicola Colli, davanti ai giudici hanno giocato sulla presenza di presunti vizi formali nel decreto di 'congelamento' dei soldi trovati sul conto di Silvia Panzeri e su quello cointestato ai suoi genitori
Mentre gli investigatori belgi si stanno concentrando sull’analisi dei dati contenuti nei pc, nei cellulari e in altri supporti informatici appartenenti all’ex europarlamentare di Articolo 1, Antonio Panzeri, nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte mazzette di Qatar e Marocco in Unione europea, il Tribunale del Riesame di Bergamo si è riservato di decidere sulla richiesta di revocare il sequestro di oltre 240mila euro avanzata dalla difesa di Silvia Panzeri e di Maria Dolores Colleoni, rispettivamente figlia e moglie del politico socialista ed ex sindacalista.
Gli avvocati delle due donne, Angelo De Riso e Nicola Colli, davanti ai giudici hanno giocato sulla presenza di presunti vizi formali nel decreto di ‘congelamento’ dei soldi trovati sul conto di Silvia Panzeri e su quello cointestato ai suoi genitori. Vizio recepito dal gip bergamasco nel suo provvedimento di sequestro eseguito il 23 dicembre scorso e di cui è stata chiesta la nullità. De Riso e Colli hanno aggiunto di aver eccepito “vizi formali nel certificato di congelamento” della magistratura belga che poi si “sono riversati nell’ordinanza”. Un esempio: “Secondo noi – ha spiegato Colli – il certificato non era completo e quindi il gip avrebbe dovuto chiedere un’integrazione e invece non l’ha fatto”.
Proprio alla fine del 2022, su richiesta della Procura che aveva dato esecuzione a un ordine di investigazione europeo firmato dal giudice istruttore Michel Claise, era stato disposto il sequestro preventivo di sei conti intestati ad Antonio Panzeri, alla moglie, alla figlia Silvia, all’ex segretario generale della Confederazione internazionale dei sindacati Luca Visentini e a Francesco Giorgi, ex assistente parlamentare di Panzeri.
De Riso e Colli, rispondendo ai cronisti, hanno affermato che le loro assistite, ora ai domiciliari per concorso in associazione per delinquere, corruzione e riciclaggio con gli altri indagati da Bruxelles, “sono provate ma stanno bene”. Nei confronti di madre e figlia c’è una richiesta di consegna da parte del giudice Claise a cui si sono opposte. Spetterà alla Cassazione decidere se confermare o meno la decisione delle Corte d’appello di Brescia che ha già dato il via libera alla consegna di Colleoni alle autorità belghe, mentre per quanto riguarda il destino giudiziario di Silvia Panzeri la decisione arriverà il prossimo 16 gennaio.
Intanto gli investigatori stanno analizzando i supporti informatici di colui che è considerato il grande macchinatore dello scandalo corruzione che ha sconvolto le istituzioni europee. Nei giorni scorsi sono arrivati in Italia gli investigatori belgi che insieme alla Guardia di Finanza hanno eseguito la copie forensi dei pc e dei telefoni sequestrati nel filone milanese dell’inchiesta, guidata dal procuratore aggiunto Fabio De Pasquale. L’analisi dei dati raccolti sarà ultimata entro fine gennaio.