Mentre la Turchia annuncia di aver rimpatriato nel 2022 in totale 55.502 cittadini afgani, Atene decide di raddoppiare lo scudo greco al confine turco sul fiume Evros: così il governo ellenico punta a “isolare” il corridoio balcanico per i migranti e ad impedire arrivi dalla Turchia (che continua a battare cassa a Bruxelles).
Il governo Mitsotakis ha dato il via libera ad una recinzione di 140 chilometri sull’Evros, così come ha dichiarato oggi il ministro dell’interno Theodorikakos. Si parte con 100 milioni stanziati per i primi 35 chilometri che si sommeranno al filo spinato già esistente. La frontiera di Evros è nevralgica, non solo per la Grecia, ma perché è il rubinetto che Erdogan ha più volte minacciato di aprire per far passare i 5 milioni di profughi siriani detenuti su suolo turco, come da accordo Turco-Ue siglato nel 2016.
La reazione di Erdogan non si è fatta attendere e, per bocca del ministero della Difesa, ha rivelato che un drone della marina turca avrebbe registrato filmati di forze greche che respingono illegalmente un’imbarcazione che trasportava migranti irregolari nelle acque territoriali turche. Così Ankara si vanta di aver ripetutamente condannato la pratica illegale della Grecia di respingere i richiedenti asilo, affermando che viola i valori umanitari e il diritto internazionale.
Il tutto mentre Erdogan, nel solco della contrapposizione legata alle delimitazioni marittime, aumenta la tensione con i vicini. “Scateniamo il tifone. Quale il raggio d’azione del tifone? 561 chilometri”, ha detto in riferimento alla gittata del suo nuovo missile testato nel Mar Nero. In teoria sarebbe in grado di colpire Atene.
Secondo il ministro dell’interno Theodorikakos le difficoltà di Erdogan “determinano le sue mosse politiche e la costante retorica provocatoria con cui credono di poter influenzare le nostre relazioni”, aggiungendo che la Grecia non può essere minacciata da nessuno. “Atene rifiuta le sfide con compostezza e determinazione assoluta. La leadership turca sa che negli ultimi 3,5 anni con il primo ministro Kyriakos Mitsotakis, la nostra patria è stata rafforzata strategicamente, militarmente, è rispettabile e nessuno, ma proprio nessuno, può minacciare nemmeno un millimetro di terra, aria o mare greci”.
Grecia e Turchia, che il prossimo anno andranno ad elezioni, continuano ad essere protagoniste di una stagione di fortissime frizioni: l’immigrazione è solo la punta di un iceberg, che continua alla voce energia e geopolitica.
I timori di un episodio “caldo” nell’Egeo si fanno sempre più intensi. La parte turca sta cercando di spingere la tensione all’estremo con provocazioni sia in aria con gli sconfinamenti da parte degli F-16 che in mare. Due giorni fa una baleniera turca ha molestato una nave della Guardia costiera greca con l’intento di speronarla. L’incidente è avvenuto nella zona a sud-est di Farmakonisi, all’interno delle acque territoriali greche, dove la nave greca si era spinta per identificare tre pescherecci turchi che pescavano nella zona, ma con il sospetto che fossero navi-spia, mandate in quel fazzoletto di acque dove sono in atto le ricerche di nuovi giacimenti di gas.
Il primo ministro greco, Kyriakos Mitsotakis, ha inviato un messaggio di sostegno alle isole coinvolte mentre si trovava a Gavdos per le celebrazioni dell’Epifania: “La Grecia non accetta suggerimenti su come far valere i propri diritti sovrani. Sono iniziate le indagini a ovest di Gavdos per l’esistenza di giacimenti di gas naturale. Invito gli Stati vicini ad avviare fruttuosi negoziati con la Grecia. Come abbiamo fatto con l’Egitto, possiamo farlo anche con la Libia”, ha sottolineato il premier rispondendo alle minacce di Erdogan, che 24 ore prima aveva annunciato ritorsioni se Atene avesse avallato le ricerche di idrocarburi.
Sul punto si registra la presa di posizione del presidente della commissione per le relazioni estere del Senato degli Stati Uniti, Bob Menendez, secondo cui le continue minacce di Erdogan contro la Grecia “sono un comportamento assolutamente inaccettabile per il leader di un Paese Nato, queste insensate intimidazioni devono finire”.