Il 2022 è stato un anno da record per la Moda italiana e si è chiuso con un fatturato “oltre le aspettative” di 96,6 miliardi di euro, in aumento del 16% rispetto al 2021. Un dato che non si vedeva da oltre vent’anni e che ha felicemente sorpreso anche gli addetti ai lavori: “Si tratta non solo di un pieno recupero dei livelli pre Covid, ma del fatturato più alto mai raggiunto dal settore negli ultimi due decenni, a conferma dell’importanza che il Made in Italy ha raggiunto a livello globale. Un risultato sopra le nostre precedenti previsioni, che stimavano una crescita pari al 12% per un totale di 92-93 miliardi”, ha spiegato con orgoglio il presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana, Carlo Capasa, presentando i dati dell’ultimo report “Fashion Economic Trends” di Cnmi. A trainare i risultati è stato l’export a +19%, per un totale di 80,8 miliardi di euro, trainato soprattutto dalle performance di Stati Uniti, Corea e Paesi del Golfo registrate nei primi nove mesi ma l’intero settore ha tenuto testa soprattutto nel terzo trimestre, mettendo a segno un +19% nel fatturato e portando la Cnmi a rivedere le stime al rialzo. “Questo aumento sconta anche un’inflazione di circa il 9% sui nostri prodotti, quindi in qualche maniera è mitigato da quel dato. Però è un segno positivo che chiude un anno in cui sono stati eventi drammatici”, ha sottolineato Capasa. Ma piano con gli entusiasmi: il 2023 si prefigura al momento come un anno all’insegna dell’incertezza più totale per cui – ha chiosato il presidente di Cnmi – al momento è “impossibile fare previsioni”.
A pesare, infatti, sono gli aumenti sempre più consistenti dei costi di energia e materie prime lungo tutta la filiera del Made in Italy: i dati parlano di un rincaro del +9,2% su base annua solo nei primi dieci mesi del 2020, con un conseguente rincaro dei prezzi per il consumatore finale in media del 3%. La sfida da affrontare, per le aziende, è quella di riuscire a far fronte ai rincari senza perdere la propria competitività, soprattutto ora che l’interesse e la domanda internazionale di prodotti italiani è in crescita. Per questo il primo banco di prova sono gli appuntamenti in programma nei prossimi giorni con la Moda Uomo: si parte con Pitti Immagine – a Firenze dal 10 al 13 gennaio – per poi passare alla Milano Fashion Week Men’s collection, in calendario dal 13 al 17 gennaio. I riflettori sono tutti puntati sui buyer che dovranno fare gli ordini per la stagione invernale 2023/24: praticamente impossibile prevedere ora quale sarà il contesto internazionale tra un anno e, di conseguenza, il potere d’acquisto dei consumatori con la recessione economica alle porta in Europa e negli Usa. Tutta da vedere, poi, la presenza dei compratori asiatici: dall’8 gennaio la Cina ha riaperto le sue frontiere rilanciando i voli internazionali ma nel Paese la pandemia di Covid è ancora fuori controllo e la cosa spaventa il vicino Giappone. “Qualcosa si muove e alcuni hanno confermato che arriveranno, ma si tratta di un numero limitato”, ha chiarito Capasa.
Pitti Immagine Uomo – Dal 10 al 13 gennaio gli addetti ai lavori si danno appuntamento a Firenze, alla Fortezza da Basso, per la prima edizione 2023 di Pitti Immagine Uomo, storica piazza internazionale indiscussa della moda maschile. 776 i marchi che esporranno in questi quattro giorni che si annunciano ricchi di novità tra eventi ed anteprime. I mercati di riferimento per i brand restano America, Asia e Medio Oriente, ai quali proporre tutta l’eccellenza del nostro Made in Italy e il fascino del lifestyle all’italiana per cui già vanno matti. Noi di FqMagazine ci saremo e ve lo racconteremo qui.
Milano Fashion Week Men’s Collection – Quest’anno il calendario della Settimana della Moda Uomo si apre con il botto, è proprio il caso di dirlo. Venerdì 13 gennaio a dare il via alle danze sarà niente meno che la sfilata di Gucci, la prima dopo 3 anni ma, soprattutto, la prima dopo l’addio di Alessandro Michele. L’attenzione degli addetti ai lavori è alle stelle e nell’aria aleggia la fatidica domanda: sarà svelato il nuovo corso della maison fiorentina? In ogni caso, si proseguirà poi con i 72 appuntamenti previsti a oggi in calendario, suddivisi in 21 sfilate, 31 presentazioni, 5 presentazioni su appuntamento, 4 contenuti digitali e 11 eventi, in collaborazione con il Comune di Milano. A chiudere sarà Zegna, lunedì 16 alle 15. Confermati tutti i “big”: DSquared2 (13 gennaio), Msgm, JW Anderson, Dolce&Gabbana, Fendi, Emporio Armani (14 gennaio), Etro e Prada (15 gennaio), Giorgio Armani (16 gennaio). Da segnalare un anniversario importante: i 100 anni di Colmar che con l’occasione presenterà in anteprima la nuova collezione Colmar Revolution.
I dati del 2022 – Nel 2022 l’industria italiana della moda ha superato dell’11% il fatturato pre-pandemia registrato nel 2019. L’export ha superato gli 80 miliardi di euro (+19%) e si è registrata anche una crescita delle importazioni (+27,8%, con un boom dalla Cina e più in generale dall’Asia) e un surplus commerciale di oltre 28 miliardi di euro. Gli Usa si confermano il mercato più dinamico sul fronte delle esportazioni con un +54,1% messo a segno tra gennaio e settembre nella sola industria della moda e un +23,5% nello stesso periodo nei settori collegati. Seguono poi Francia (primo mercato in valore, +23,8%), Germania (+16%) e Cina (+18,8%) con performance positive anche di Corea (+33%) e Giappone (+18,4%).