Diverse testate indiane lo hanno già definito il “pee-gate”. Si tratta infatti di un increscioso episodio di cronaca che ha dell’incredibile. Il 26 novembre scorso durante un volo Air India tra New York e Nuova Delhi, nientemeno che in business class, un uomo di circa quarant’anni, tal Shankar Mishra dopo aver pranzato e bevuto ben 4 drink si è alzato in evidente stato di ebbrezza e ha urinato addosso alla passeggera che gli era seduta di fianco. Hema Rajaraman, l’anziana signora vittima di questa inaudita violenza corporea, si è alzata di scatto e avrebbe evitato una “doccia” totale mentre l’uomo ha continuato urinando sul sedile improvvisamente vuoto. La dinamica dell’incidente è stata riportata da un testimone oculare della vicenda. L’altro passeggero che si trovava seduto nella stessa fila di Mishra e della Rajaraman. L’uomo ha spiegato che, oltre alla responsabilità dell’incivile gesto, anche l’equipaggio del volo Air India non si è comportato granchè bene con la povera donna.
Infatti, dopo averla aiutata a detergersi e pulirsi alla meglio non le hanno assegnato un altro posto dove sedere in quanto la business era completa e per trasferirla in prima classe serviva l’ok del capitano che però non sarebbe mai arrivato. Per questo la donna è stata invitata a sedersi nuovamente lì, nella postazione impestata di urina, anche se secondo il testimone non l’avrebbe fatto. Finale del fatto brutto: la donna scende e denuncia alle autorità l’accaduto, Mishra scende, scappa e viene ritrovato giorni dopo e arrestato per quindici giorni. Ma non finisce qui. Perché Air India di fronte alle nuove accuse del testimone ha sospeso piloti e quattro membri dell’equipaggio del volo incriminato, anche se la stampa indiana sostiene che la compagnia aerea abbia preso tali provvedimenti solo sotto pressione dei legali della signora Rajamaran. I fatti però parlano chiaro: la compagnia aerea, o almeno l’equipaggio di quel volo, se n’è lavato le mani, tanto che una volta scesi i passeggeri a New York non ha nemmeno avvisato del fatto le autorità locali ritenendo che la questione si fosse risolta tra i due protagonisti della vicenda. Mishra rischia comunque tre anni di galera per il reato di oltraggio.