Giro di nomine nelle agenzie fiscali nel consiglio dei ministri in corso a Palazzo Chigi. Il governo Meloni procede dunque con lo spoils system – il ricambio dei dirigenti della pubblica amministrazione – avviato con la sostituzione del direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco. Ma va con i piedi di piombo. L’unica novità è infatti il cambio al vertice delle Dogane e Monopoli, dove Marcello Minenna, nominato nel 2020 dal governo Conte, lascia il posto a Roberto Alesse, 58 anni, ex presidente dell’Autorità di garanzia per gli scioperi, oggi capo di gabinetto del ministero per la protezione civile e le politiche del mare. Sono invece confermati Ernesto Maria Ruffini, a capo dell’Agenzia delle Entrate, e Alessandra Dal Verme (cognata di Gentiloni) al Demanio.
La conferma del tributarista Ruffini, ritenuto vicino all’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi che nel 2015 lo mise alla guida di Equitalia, fa pensare che il governo nonostante i favori agli evasori inseriti in manovra non intenda fare retromarcia sul prezioso incrocio tra i dati sui conti correnti contenuti nell’Anagrafe dei rapporti finanziari e le altre informazioni su redditi e patrimoni, che sta partendo proprio ora dopo anni di tira e molla con il Garante della Privacy.
Ruffini ha lavorato a lungo nello studio romano dell’ex ministro Augusto Fantozzi ed è autore di alcuni libri tra cui L’evasione spiegata ad un evasore, con la prefazione di Vincenzo Visco. È stato direttore delle Entrate dal giugno 2017 al settembre 2018, quando è stato sostituito dal generale della Guardia di Finanza Antonino Maggiore per decisione del governo Conte 1. È poi stato richiamato a guidare sia l’Agenzia sia il braccio della Riscossione nel gennaio 2020, durante il Conte 2, e confermato da Draghi.