“Continuiamo a ritenere che la crescita dell’area euro sarà debole durante l’inverno soprattutto a causa della crisi energetica, ma non vediamo più i presupposti per una recessione tecnica”. Gli analisti di Goldman Sachs virano verso previsioni più ottimistiche in un report che indica tra i motivi di miglioramento del quadro “una dinamica di crescita più resiliente alla fine dell’anno, prezzi del gas naturale in forte calo e la riapertura della Cina dopo i provvedimenti anti Covid”. “Aggiorniamo le nostre previsioni per l’area dell’euro a +0,6% per il 2023 (da -0,1%), ora significativamente al di sopra delle aspettative del consenso di -0,1%”, scrive l’economista Sven Jari Stehn nella prima edizione dell’anno dello European Economics Analyst.

La banca d’affari quindi aggiorna la sua previsione per l’area euro a una crescita dello 0,6% per il 2023 rispetto alla stima di un calo dello 0,1% precedente. Sui diversi Stati, la crescita è vista più debole in Germania e in Italia “che dipendono maggiormente dai consumi energetici per l’attività industriale, rispetto a Francia e Spagna, che hanno un’energia più diversificata e sono relativamente più intensivi nel settore dei servizi”.

Secondo la banca d’affari, i mercati del lavoro sono rimasti resilienti e ci sarà solo un lieve aumento del tasso di disoccupazione a livello di area euro durante i mesi invernali. A fronte degli indicatori di crescita salariale, degli accordi sindacali e degli effetti di recupero dall’elevata inflazione complessiva, viene stimato che la crescita salariale acceleri notevolmente dal 3,6% nel terzo trimestre a quasi il 5% nel primo trimestre.

L’inflazione secondo il report ha superato il picco: quest’anno dovrebbe attestarsi su una media del 3,25% (rispetto al 4,5% del 2022) nonostante “una continua pressione al rialzo sull’inflazione dei servizi a causa dell’aumento del costo del lavoro“. Ma non per questo cambierà l’orientamento della Bce: Goldman Sachs – che si prepara a licenziare fino a 3.200 persone – continua ad aspettarsi aumenti dei tassi di 50 punti base sia a febbraio sia a marzo, prima di un rallentamento a 25 punti base in maggio.

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