La Procura ha deciso di cogliere subito l’occasione: dopo le dimissioni di Maria Cristina Zoppo e Alessandro Forte, due dei tre sindaci effettivi della Juventus in carica dal 29 ottobre 2021, i magistrati torinesi hanno convocato tutti i membri del collegio sindacale come persone informate sui fatti. Audizioni, spiega il Corriere della Sera, ritenute cruciali dal procuratore aggiunto Marco Gianoglio e dai pm Mario Bendoni e Ciro Santoriello per capire cosa è successo nella riunione dello scorso 28 novembre, quella che portò alle dimissioni di Andrea Agnelli e di tutto il consiglio di amministrazione. Ma al centro delle audizioni c’è soprattutto quello che i sindaci hanno messo nero su bianco nella relazione agli azionisti, con i rilievi al progetto di bilancio della Juventus che è stato comunque approvato.
Zoppo e Forte hanno deciso di fare un passo indietro spiegando proprio che la loro scelta “è maturata a valle dell’assemblea dei soci in data 27 dicembre 2022 che ha approvato il bilancio al 30 giugno 2022 e che costituisce la fine di un ciclo di attività del Collegio Sindacale”. Una scelta che evidentemente ha attirato l’attenzione della Procura: Zoppo, scrive sempre il Corriere, è stata sentita ieri, lunedì 9 gennaio. Così come il presidente del collegio, Roberto Spada, ancora in carica. E tra qualche giorno toccherà anche a Forte, l’altro sindaco che ha deciso di lasciare la Juventus.
Ma cosa aveva scritto il collegio sindacale, pur dando il via libera all’approvazione, in merito all’ultimo progetto di bilancio, presentato dal Consiglio d’amministrazione a inizio dicembre correggendo in minima parte il precedente aderendo ai rilievi della Consob? Riguardo alle manovre stipendi, cuore dell’inchiesta insieme alle plusvalenze ritenute artefatte, il collegio aveva sottolineato “che le conclusioni dei citati autorevoli pareri di cui si è dotata la Società e che sono stati presentati non siano condivisibili, nei limiti in cui finiscono per dare prevalenza alla forma degli accordi siglati rispetto alla loro sostanza”. Gli accordi sui compensi dei calciatori dovevano portare, scriveva il collegio sindacale, a una “correlata passività” da iscrivere sia al bilancio 2020 che al bilancio 2021. Ecco perché, per quanto i rilievi dei sindaci siano riferiti al bilancio 2022, per la Procura possono avere ricadute anche sui conti del 2020 e del 2021, quelli al centro dell’inchiesta.
Riguardo alle plusvalenze, invece, il collegio “ha dato atto di come le indagini penali abbiano fatto emergere elementi fattuali che, da un lato, sono sintomatici di lacune nel processo decisionale e nella relativa formalizzazione e che, dall’altro, rendono problematica la scelta di contabilizzazione operata dalla società negli esercizi di riferimento, tenuto anche conto delle complessità interpretative e valutative connesse al tema del fair value“. E i sindaci citavano anche il caso di Cristiano Ronaldo e della presunta “carta” dell’accordo con il portoghese per le manovre stipendi che testimonierebbe un maxi-debito nei suoi confronti, invitando il club a “una opportuna riflessione alla luce della rilevanza della posta in gioco, pari a circa 20 milioni di euro”.