L’incontro a Roma tra Ursula Von Der Leyen e la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni conferma che a livello italiano, europeo e mondiale, si è creata una situazione di disordine economico e sociale di difficile, se non impossibile, soluzione. Infatti coloro che hanno responsabilità di governo non si accorgono, mentre dappertutto domina la corruzione, di dibattersi tra due linee di pensiero assolutamente contrastanti: da un lato si sostiene la necessità, assolutamente non provata, di incrementare la concorrenza economica tra i singoli e gli Stati e dall’altro si proclama di voler osservare il principio di solidarietà. Sfugge ai governanti, la cui mente è oscurata dal pensiero neoliberista, che i principi di libertà, eguaglianza e solidarietà sono tra loro inscindibili e che la concorrenza è il nemico primo della solidarietà.

La rivoluzione francese ha utilizzato unitariamente questi tre principi, ma a favore di una parte soltanto della popolazione: la borghesia lasciando fuori il resto del popolo. Oggi in Italia, dopo che detti principi con la Costituzione del 1948 sono stati estesi a tutta la popolazione, si fa un cammino inverso e, in nome della concorrenza, si distrugge il lavoro che dovrebbe essere svolto da classi subalterne, mentre si tenta di distruggere il fondamento della nostra Costituzione: l’eguaglianza economica e sociale di cui all’articolo 3, comma 2 Costituzione.

Insomma si vuol tornare al principio vigente in epoca fascista (ed è in questo il fascismo della Meloni) e, sulla base delle idee neoliberiste, si mira a far prevalere coloro che sono economicamente forti su coloro che non lo sono, fino al punto di dare aiuto alle industrie capaci di risollevarsi e non a quelle ritenute troppo disastrate a tale fine. Il vero problema, oltre quello etico della corruzione, è il perseguimento tenace e universale della sempre maggiore divisione tra ricchi e poveri, quella che la Meloni dichiara essere “l’eredità” che ella vuol lasciare al popolo italiano.

La dimostrazione di tutto questo sta nel fatto delle privatizzazioni, che trasferiscono la ricchezza di tutto il Popolo nelle mani di pochi. Ed è su questa via che è saldamente radicata l’azione del governo, il quale si dibatte fra mille problemi, ma non capisce che nutre in se stesso la causa di tutti i mali. Insomma, o ricostituiamo l’unità economica e sociale del popolo italiano insidiata dalle autonomie differenziate della Lega e dal semi-presidenzialismo alla francese della Meloni, o esso andrà in contro alla sua dissoluzione precipitando nella più nera miseria.

Si deve aggiungere che questo governo è apparso inadeguato nel descrivere il reato contro i rave senza precisare la condotta illecita. Ha deliberato l’ingiustizia fiscale con la flat tax e i condoni ha depauperato il lavoro con mille forme di lavoro subordinato e il precariato ha cancellato il reddito di cittadinanza e ha dimostrato ferocia nell’ammettere la caccia nei parchi e addirittura in città per tutto l’anno (ovviamente per favorire i cacciatori) ed è stato disumano nello stabilire, nella legge di bilancio, che le Ong possono effettuare un salvataggio per volta lasciando morire le altre persone che stanno per annegare e così via dicendo.

Se questo è il quadro generale, che purtroppo passa sotto silenzio dei media, tutto quello che si dice negli incontri internazionali non ha nessun valore e l’unica speranza è che questo popolo assopito e distratto si levi unanime chiedendo l’attuazione della giustizia economica e sociale prevista in Costituzione.

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