È stato il Secolo XIX a pubblicare la notizia secondo la quale l'ex amministratore di sostegno dell'attore genovese - morto a Roma per una intossicazione da farmaci antidepressivi il 29 dicembre 2021 - è indagato per peculato e circonvenzione di incapace
I familiari di Paolo Calissano hanno denunciato prelievi sospetti sul conto corrente del defunto parente prima che morisse. È stato il Secolo XIX a pubblicare la notizia secondo la quale l’ex amministratore di sostegno dell’attore genovese – morto a Roma per una intossicazione da farmaci antidepressivi il 29 dicembre 2021 – è indagato per peculato e circonvenzione di incapace. Si tratta dell’avvocato Matteo Minna che, secondo gli inquirenti avrebbe prelevato un cifra che il Corriere della Sera indica di “circa 70 mila euro”. Come riportato dall’Ansa, il nucleo di polizia economico finanziario ha successivamente concentrato le indagini sui soldi che l’attore avrebbe guadagnato attraverso la partecipazione a diverse società, tra cui la Autopark V maggio srl, oggi liquidata. Scrive l’Ansa che la cifra in questo caso sarebbe di un milione di euro. I legali dei familiari di Calissano preferiscono non commentare in quanto la fase delle indagini “è particolarmente delicata”, ma tra le operazioni al vaglio sembra esserci una decina di bonifici risalenti addirittura al 2019 da un conto di Calissano con mittente un conto di Minna per spese e finanziamenti dell’Autopark.
Bonifici che però nella contabilità della società risulterebbero molto inferiori rispetto alle cifre versate da Calissano. Come ricordato dal Secolo, il primo esposto con l’ipotesi di peculato, era stato presentato dai familiari di Calissano nel momento in cui si erano accorti degli ammanchi sul conto corrente del loro parente. La procura di Roma, chiudendo le indagini sulla morte dell’attore, aveva integrato comunque la denuncia dei familiari con il reato di circonvenzione d’incapace. Il fascicolo si trova infine in mano ora ai pubblici ministeri genovesi Francesco Cardona Albini e Vittorio Ranieri Miniati. Calissano divenne famoso negli anni novanta come interprete di popolari soap sui canali Mediaset (Vivere, La dottoressa Giò) anche se nel settembre 2005 la sua carriera subì uno stop pressoché definitivo quando nella sua casa genovese morì per overdose da cocaina la ballerina brasiliana Ana Lucia Bandeira Bezerra. Calissano patteggiò quindi 4 anni e entrò in comunità di recupero. Successivamente cadde in una lunga depressione, tanto che nel 2006 il tribunale nominò Minna – oggi indagato – suo amministratore di sostegno.