La pilota bolognese ha raccontato al Corriere i dettagli della partecipazione alla Rally Dakar, la competizione che si sta tenendo in Arabia Saudita: "Siamo solo quattro equipaggi femminili iscritti alla Dakar di quest’anno, nonostante qualche agevolazione economica. Forse sta iniziando a cambiare qualcosa ma non è facile. Il mio casco arcobaleno? Non faccio politica ma credo che sia importante mandare un messaggio"
Ha 26 anni, 67.5mila follower su Instagram e un canale su OnlyFans. No, non stiamo parlando di una influencer “hot” bensì di Rebecca Busi, pilota italiana che, grazie alla piattaforma di “intrattenimento” è potuta volare in Arabia Saudita, a correre la Rally Dakar, la competizione che si sta tenendo in Arabia Saudita. Lo ha raccontato lei stessa in un’intervista rilasciata al Corriere di Bologna: “Sono ancora stupita per la forza con cui hanno creduto in me, non sarei qui senza di loro. In Arabia Saudita addirittura la piattaforma è bannata. Credo che nella nostra parte del mondo godiamo di tanta libertà e ognuno possa usare i social come vuole ma io trasmetto il mio mestiere, non il mio faccino. Abbiamo aperto un canale gratuito dedicato esclusivamente al mondo del rally e dei motori”, ha affermato Busi, che di recente si è anche cimentata nella recitazione.
Quest’anno, infatti, sarà al cinema con Riccardo Scamarcio: “Ho interpretato Fabrizia Pons (ex pilota, ndr) nel film 2 Win dedicato al mondo del rally che dovrebbe uscire nel corso del 2023. All’inizio pensavo che fosse uno scherzo poi mi sono buttata anima e corpo nel progetto incastrando riprese, allenamenti e esami. Ne è valsa davvero la pena”, ha detto la sportiva, che sui social aggiorna costantemente i fan sulle proprie attività, tra alti e bassi. Come ieri, 9 gennaio, quando su Instagram si è sfogata: “Stage 8. Al 91esimo km ho fatto una ca*ata. Ero fuori dalle tracce, per non affaticare il mezzo, pensando di riuscire a passare in mezzo a due cespugli di erba di cammello, le ruote hanno rimbalzato e vista la velocità (che ometterò) è successo il disastro. [..] Questa Dakar é davvero dura, non che dal mio quarto rally mi aspettassi una passeggiata, ma questa nuvola di fantozzi proprio non ci vuole lasciare”.
Ma Rebecca Busi ha assicurato che non si arrenderà: “Non ho i miliardi alle spalle ma ho scelto di provare a fare questo mestiere. Non delego nulla. Se non mi alleno, cerco risorse e programmo i prossimi appuntamenti. Nel corso dell’anno ho fatto meno esperienza di quella che avrei voluto perché ho corso solo due rally ma non mollo – ha continuato a raccontare -. Gli organizzatori ci hanno detto che quest’anno è dura ma il prossimo sarà un vero inferno”. Infine la pilota bolognese ha concluso parlando di donne e di diritti civili: “Siamo solo quattro equipaggi femminili iscritti alla Dakar di quest’anno, nonostante qualche agevolazione economica. Forse sta iniziando a cambiare qualcosa ma non è facile. Il mio casco arcobaleno? Non faccio politica ma credo che sia importante mandare un messaggio. A maggior ragione in un momento così difficile in cui vediamo quello che accade in Iran o gli eventi dei Mondiali di calcio in Qatar. Sono rispettosa, non faccio male a nessuno con il mio casco”.