Il presidente del Coni risponde a ilfattoquotidiano.it sul caso che riguarda la direttrice tecnica Maccarani: giovedì il consiglio straordinario della Federginnastica deciderà sul rinnovo del suo contratto. Nei prossimi giorni sarà ascoltato dalla Procura di Monza nell'ambito dell'inchiesta sui presunti abusi
“Nessun dirigente sportivo deve pensare di diventare giudice“. Il messaggio del presidente del Coni, Giovanni Malagò, è chiaro e arriva proprio alla vigilia del consiglio straordinario della Federginnastica, convocato per decidere sul rinnovo dei contratti della direttrice tecnica, Emanuela Maccarani, e della sua assistente Olga Tishina, entrambe deferite dalla giustizia sportiva e indagate dalla Procura di Monza per il caso nato dai presunti abusi denunciati da alcune atlete della ginnastica ritmica, in particolare ginnaste che hanno frequentato l’accademia di Desio. Malagò risponde alle domande de ilfattoquotidiano.it proprio sull’argomento: “Domani c’è un consiglio federale con uno specifico punto all’ordine del giorno. Ritengo che nessun dirigente sportivo debba pensare di diventare un giudice e neanche chi scrive sui giornali, ci sono persone preposte e preparate che con grande velocità devono dare risposte. E’ sbagliato anticipare ogni conclusione“. Lo stesso Malagò, secondo quanto risulta a ilfattoquotidiano.it, nei prossimi giorni – probabilmente all’inizio della prossima settimana – sarà ascoltato dalla Procura di Monza nell’ambito dell’inchiesta sui presunti abusi.
Malagò parla durante la presentazione in Procura a Milano del protocollo di collaborazione tra giustizia ordinaria e giustizia sportiva, firmato dal presidente del Coni insieme al procuratore capo, Marcello Viola, e al procuratore generale dello sport, Ugo Taucer. L’obiettivo del protocollo è un miglior contrasto alle violenze commesse da tesserati nell’ambito sportivo. E ovviamente, seppure l’iniziativa sia nata prima, è chiaro il collegamento con i maltrattamenti denunciati da numerose ginnaste. Il caso più eclatante riguarda appunto i racconti di Anna Basta e Nina Corradini, due ginnaste che a lungo si sono allenate proprio nell’accademia di Desio, quindi sotto la responsabilità di Maccarani. Domani, giovedì 12 gennaio, il consiglio federale si riunirà per decidere il futuro della direttrice tecnica più vincente dello sport italiano: i contratti di Maccarani e della sua assistente Tishina sono stati prorogati di un mese dopo la loro scadenza a fine 2022. Ora però la Federazione è di fronte a un bivio: il rinnovo annuale (quindi per tutto il 2023) oppure l’addio.
“Il Coni è un organismo di vigilanza e non entra nel merito della gestione diretta della federazione“, sottolinea Malagò, sempre rispondendo alle domande de ilfattoquotidiano.it. E preferisce non prendere posizione sulla petizione scoperta sempre dal fatto.it: una raccolta di adesioni lanciata da diverse allenatrici della ritmica e firmata da Livia Ghetti, direttrice tecnica regionale in Emilia Romagna e anche giudice internazionale, non a favore delle potenziali vittime degli abusi ma per manifestare “vicinanza e solidarietà” all’indagata Maccarani. Una petizione dalla quale ha preso le distanza anche la Federginnastica, che in una nota ha sottolineato: “La Fgi si dissocia da un’iniziativa della quale non era a conoscenza”.
I casi anche negli altri sport – Come dimostra lo stesso protocollo firmato in Procura, i casi di presunte violenze commesse da tesserati possono riguardare tutto il mondo dello sport, non solo la ritmica. “Io ho un indirizzo di posta elettronica dove arriva di tutto, siamo informati di tutto e giriamo a chi di competenza ogni caso, sicuramente qualsiasi tipo di denuncia viene inviata ai giusti canali e poi è tutta da verificare la veridicità dei fatti”, risponde Malagò a ilfattoquotidiano.it, che gli ha chiesto se ci siano delle avvisaglie su altri casi simili a quello della ginnastica ritmica, ad esempio nel mondo dello sci alpino.